Ha poi continuato: “In questo momento abbiamo numerose leve disponibili, dalle risorse del PNRR fino a quelle straordinarie che il Governo ha messo a disposizione per alcuni territori, oltre a quelle di bilancio. E’ vero che partiamo da una situazione di oggettiva difficoltà dopo anni di blocco del turnover, ma dobbiamo fare di tutto per evitare il rischio che la discontinuità e le riforme innescate dalla crisi pandemica vengano sprecate perché abbiamo paura delle condizioni attuali”.
Il vicesegretario generale Stefania Dota ha invece evidenziato come la nuova regola assunzionale della sostenibilità finanziaria, entrata in vigore tra marzo e maggio 2020, dopo un decennio di blocco del turnover, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione copernicana. “L’impatto di questa regola non è ancora noto, visto che non sappiamo ancora come i Comuni l’abbiano sfruttata ma speriamo che possa portare all’ampliamento delle assunzioni con effetti espansivi sulla spesa di personale”, ha sottolineato. Dota, dopo aver illustrato le condizioni applicative della nuova regola, con il valore soglia e il limite della capacità assunzionali, si è poi soffermata su alcune criticità del suo funzionamento che sono state risolte, in parte grazie alla collaborazione consolidata tra ANCI e Funzione pubblica, e in parte con interventi normativi mirati. Il vicesegretario ha poi dedicato un’ampia panoramica alle diverse regole per le assunzioni a tempo determinato ed indeterminato previste per l’attuazione del PNRR soffermandosi sui contenuti dei d.l. 80 e 172 e sulle novità operative della circolare della Ragioneria dello Stato n. 4 del 18 gennaio 2022.
“L’auspicio di ANCI è che i Comuni colgano l’occasione della norma e dei criteri che la circolare fissa – ha spiegato Dota – per cercare di ragionare sulla propria organizzazione in vista della realizzazione dell’intervento a valere sulle risorse PNRR. Siamo convinti infatti che sia possibile tentare un processo autonomo di individuazione degli strumenti migliori da utilizzare. Questo perché le diverse norme previste sono tra di loro complementari. Nulla vieta – ha concluso – che il contratto a tempo determinato impossibile con lo strumento della circolare attuativa del decreto 80 possa essere realizzato invece utilizzando l’art. 31-bis del dl 152”.
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