Ragazzi, più scuola e meno sole

Fonte: Italia Oggi

Tutti a scuola dopo il 30 settembre, per evitare «l’anticipata chiusura della stagione estiva anche rispetto al ciclo meteorologico», avrebbero voluto il senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa e altri suoi colleghi e non sarebbe stato sfavorevole neppure il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. E invece, scolari e studenti di tutte le regioni, dall’infanzia alle superiori, riprenderanno le lezioni nel periodo compreso tra il 9 settembre (provincia di Trento) e il 20 successivo (Abruzzo, Liguria e Puglia). E i bambini delle scuole dell’infanzia della provincia di Trento torneranno sui banchi di scuola addirittura prima, il 1° settembre. In compagnia dei coetanei dell’Emilia e del Veneto, se le rispettive scuole avranno deciso l’anticipo rispetto agli altri ordini. Dieci mesi tondi tondi di un servizio, quello della scuola dell’infanzia, divenuto essenziale e che è perciò meritorio prolungare. Più che quelle del turismo, dunque, le regioni, competenti a decidere inizio, termine e sospensioni varie delle lezioni, si preoccupano di soddisfare altre esigenze, più pertinenti con il servizio scolastico. Come prevedere un maggior numero di giorni di scuola, rispetto ai canonici 200, così da permettere alle scuole di compensare almeno in parte la riduzione dell’orario settimanale delle lezioni. In quattordici regioni l’aumento varia da cinque a undici giorni. E in sempre più regioni rispetto al passato la previsione di un maggior numero di giorni è vincolante per le scuole, che non possono decidere di compensarli con altrettante sospensioni, semmai li devono utilizzare per ampliare l’offerta formativa, svolgere le ordinarie attività o fronteggiare situazioni impreviste (votazioni, avversità meteorologiche, ecc.). I battenti delle scuole chiuderanno tra l’ 8 e il 15 giugno. Vacanze natalizie più lunghe, diciotto giorni in Campania, Friuli, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Provincia di Trento. Le più brevi in Abruzzo, quattordici giorni. Pasqua del 2011 è molto alta, 24 aprile, e vacanze quasi ovunque di sei/sette giorni, eccettuato il Piemonte, dieci giorni dal 20 al 30 aprile, nonché la provincia di Trento e l’Umbria, nove giorni. Vacanze invernali intermedie tra Natale e Pasqua solo nella provincia di Bolzano e in val d’Aosta: dal 7 al 12 marzo 2011. Altrove, Sardegna, si fa festa il martedì grasso, 8 marzo (coincide con la festa della donna); in Campania anche il 7; altrove ancora, largheggiando, anche il giorno delle ceneri, 9 marzo, Friuli, provincia di Trento e Veneto. Niente vacanza invernale lunga in Friuli, nonostante l’ordine del giorno del consigliere regionale Asquini, «una settimana di riposo a febbraio», che ha avuto larga eco sulla stampa nazionale del gennaio scorso. Vacanze per il ponte dell’immacolata dal 5 all’8 dicembre in Veneto, unica regione, e in occasione della pentecoste, 13 giugno, in provincia di Bolzano, altro caso unico. In tredici regioni si sospendono le lezioni il 2 novembre, giorno dei morti. In Lombardia sei giorni sono facoltativamente destinati al «Learning Week» (iniziative finalizzate ad attività extracurricolari). Sono rimaste a celebrare la festa della regione le Marche (10 dicembre) e la Sardegna, 28 aprile (sa die de sa Sardigna) ma in entrambe o si partecipa alle iniziative previste o si fa lezione. Scuole chiuse in Campania il 19 marzo, quando si ricordano don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe, ucciso dalla camorra nel ’94, e le vittime delle organizzazioni criminali.

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