Cottarelli, tagli meno lineari possibile

Le riforme di riorganizzazione della presenza territoriale dello Stato “sono cose che richiedono un ulteriore lavoro e approfondimenti nel corso dell’estate. Ma dovrebbero essere pronte per la legge di stabilità per il 2015 e 2016”, ha detto il Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ieri in audizione in Parlamento sul Documento di economia e finanza 2014.
Cottarelli poi ha precisato: “non tutto è stato recepito: alla fine si tratta di scelte politiche. Io ho solo fornito la scelta tra le diverse possibilità. Ma gran parte delle raccomandazioni si trovano nel Def”.

L’obiettivo nella spending review è di “cercare di muoversi su tagli meno lineari possibile” e di “andare a colpire gli sprechi dove ci sono”, ha precisato parlando in particolare della revisione della spesa a livello locale. “Non c’è nessun taglio che trovi tutti d’accordo, ma questo non vuol dire toccare i servizi pubblici essenziali, che devono essere mantenuti”, ha detto il Commissario spiegando che i servizi si possono però “migliorare”.

Gli obiettivi della spending review sono “fattibili anche se richiedono notevole impegno”, ha affermato poi confermando le cifre presenti nel Def: 4,5 miliardi per 2014, 17 miliardi nel 2015, 32 miliardi nel 2016.

La revisione della spesa, ha spiegato Cottarelli alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, “procede secondo il programma stabilito” a novembre scorso e che prevede tre fasi. “La prima fase si è conclusa con le raccomandazioniche ho inviato al Comitato interministeriale l’11 marzo – ha proseguito -. La seconda fase inizierà a maggio e proseguirà in estate con le riforme cosiddette di riorganizzazione, per esempio della presenza territoriale dello Stato”. La terza fase infine riguarda “la trasformazione della revisione della spesa da procedura ad hoc in parte integrante della preparazione del bilancio dello Stato. Un bilancio – ha evidenziato – volto non solo a stanziare soldi, ma orientato all’output, alla performance e ai risultati”.

Svelato infine il ‘giallo’ delle pensioni. “Una parte delle mie raccomandazioni riguardava la spesa pensionistica che non è contenuta nell’elenco” dei provvedimenti indicati dal Def. “Io non potevo trascurarla. Poi sono scelte politiche”.

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