Un decreto-legge sulla sicurezza urbana

Un decreto-legge sulla sicurezza urbana in arrivo. Lo ha annunciato il Ministro dell’interno in un incontro a Parma con i sindaci firmatari della “Carta per la sicurezza urbana”. Tra le priorità del nuovo testo di legge, la riforma della polizia locale e la regolamentazione di accattonaggio e prostituzione. “Ridarò ai sindaci quei poteri che hanno così bene applicato in questi anni”, ha detto Maroni. Dopo le censure sulle date recentemente della Corte costituzionale, il Ministro ha voluto incontrare i firmatari del documento per ribadire che quest’ultimo non diventerà comunque carta straccia, ma troverà il suo naturale sfogo in un “provvedimento legislativo d’urgenza tramite il quale i sindaci continueranno a esercitare i poteri a loro conferiti dalla Carta di Parma, ovviamente tenendo conto delle perplessità della Corte costituzionale”. Il Ministro ha spiegato che il provvedimento verrà depositato entro le prime due settimane di giugno. “Le ordinanze dei sindaci hanno dimostrato di funzionare: la sentenza della Corte costituzionale mi pare più che altro riguardasse questioni di principio”. Maroni ha ribadito: “il tema della sicurezza urbana per noi è fondamentale”. Il Ministro è stato poi anche critico con la Corte costituzionale dicendo che “affermare che è incostituzionale che in una città ci sia un divieto e in un’altra dei divieti differenti significa non rendersi conto delle diversità presenti da città a città”.
Il nuovo testo di legge, come annunciato dallo stesso ministro lo scorso 28 aprile a Verona, in un convegno sulla sicurezza urbana promosso da comune e prefettura, darà organicità alla materia e restituirà efficacia alle ordinanze dei primi cittadini. Tra i contenuti, come detto, facoltà ai sindaci di fare ordinanze in materia di sicurezza urbana, riforma della polizia locale, regolamentazione di accattonaggio e prostituzione. Il provvedimento, ha assicurato Maroni, “non appena chiuso, verrà mandato ai sindaci”, che potranno così esprimere “suggerimenti per eventuali modifiche o miglioramenti”.
Arriva intanto, sempre in materia di sicurezza, un d.d.l. firmato Lega sulle moschee. Che dice no alla costruzione di nuove moschee fino a un’eventuale intesa tra Stato e Islam mentre, in via transitoria, ogni edificio di culto dovrà essere autorizzato dalla regione previo referendum tra la popolazione del comune interessato. Il d.d.l. è stato depositato in Senato dalla Lega Nord, firmatario il vicecapogruppo Sandro Mazzatorta. Nel d.d.l., tra l’altro si prevede la creazione di albi degli imam.
Il testo si basa sull’articolo 8 della Costituzione, che stabilisce che i rapporti delle confessioni religiose con lo Stato siano regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. “Il diritto di esercitare una fede non è messo in discussione, ma altra cosa sono gli edifici di culto che hanno un impatto sul territorio”, ha spiegato Mazzatorta. “Tutti a parole dicono di voler disciplinare la materia, ma nessuno fino a oggi ha avuto il coraggio di farlo”, ha aggiunto. Da qui i dieci articoli proposti dalla Lega, introdotti da una lunga relazione sullo spirito del d.d.l. Oggi “si pone il problema di regolare in concreto la presenza di comunità molto numerose che rivendicano a vari livelli il mantenimento di una loro identità culturale e religiosa contrapponendosi alla nostra”, si legge nell’introduzione. “Il fatto stesso che all’interno di numerose moschee italiane siano state segnalate pericolose contaminazioni di matrice fondamentalista e concrete attività terroristiche, non può più far procrastinare, infatti, una disciplina legislativa che garantisca l’integrità della sovranità statuale e l’ordine pubblico e la sicurezza stessa dei cittadini”, si sottolinea, “Tutto questo non fa altro che alimentare il fondato sospetto che spesso la moschea sia anche un luogo ‘militare’ e le cronache quotidiane sono piene di fatti raccapriccianti”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *