Trasporti locali senza fondi

Fonte: Il Sole 24Ore

Sul tavolo delle trattative resta la proposta delle Regioni: fiscalizzazione piena del trasporto pubblico locale, con una dote finanziaria aggiuntiva. Ma da Roma, nemmeno nell’incontro con il Governo di giovedì scorso, sono arrivate proposte concrete, se non la presa d’atto che le risorse destinate al settore sono insufficienti. Così anche nel Centro-Nord il futuro dei trasporti pubblici resta appeso al filo dell’esito dei negoziati, dopo il drastico taglio che il Governo ha impresso al fondo nazionale per il trasporto ferroviario, che dai 1.700 milioni del 2011 (esclusa Iva per 150 milioni) passa a 400 nel 2012. Una sforbiciata netta del 75%, con un rovinoso effetto domino sul trasporto su gomma, a causa della riduzione complessiva dei trasferimenti dallo Stato. «Siamo all’emergenza totale – dice l’assessore a Mobilità e infrastrutture dell’Umbria, Silvano Rometti – e a pagarne il prezzo saranno gli utenti, a partire dai pendolari e dagli studenti. Stiamo predisponendo il nuovo piano regionale dei trasporti, con un ulteriore sforzo di razionalizzazione dei costi, dopo l’ottimizzazione dell’uso delle risorse che abbiamo ottenuto con la costituzione di Umbria Mobilità. Allo stato attuale il taglio per noi significa che dovremo accollarci il 75% dei 35 milioni di euro di contratto di servizio con Trenitalia. Ma si tratta di una strada impraticabile». Le Regioni dell’area quest’anno hanno assegnato complessivamente al tpl oltre un miliardo di euro, potendo contare su trasferimenti dallo Stato per il trasporto su ferro pari a 166 milioni. Numeri destinati a un forte ridimensionamento. La Toscana (462 milioni a bilancio, dei quali 55 di risorse statali) ha fatto una stima prudenziale, basata sul riparto storico, in base alla quale da Roma, l’anno prossimo le arriveranno in cassa solo 24 milioni. A sua volta l’Umbria, con una assegnazione a bilancio di poco più di 94 milioni, potrebbe trovarsi a fare conti con un trasferimento che dagli attuali 35 milioni scende a 9. Infine le Marche, che nel 2011 hanno stanziato per il trasporto pubblico 105 milioni, potrebbero essere costrette ad affrontare una contrazione delle risorse statali che porta i trasferimenti da 51 a 9,5 milioni. Quanto all’Emilia-Romagna (una dote per il tpl di 400 milioni, 25 dei quali provenienti dallo Stato, sempre per il trasporto su ferro) preferisce non stimare l’entità del taglio, in attesa di maggiori certezze sui criteri di riparto, legati anche alla premialità. Ma avverte: ora c’è anche il rischio di un congelamento della programmazione pluriennale. «Inevitabilmente – dice l’assessore regionale ai Trasporti Alfredo Peri – dobbiamo mettere in conto una riduzione o una soppressione dei servizi, con ricadute sull’occupazione e caos nella mobilità dei centri urbani, con un aumento dei livelli di inquinamento. Non potranno infatti non esserci contraccolpi sul trasporto su gomma, gli enti locali che non potranno certo assorbire un taglio di questa entità. E non ci sono più spazi per manovre tariffarie, nell’ultimo periodo ne abbiamo già fatte due». Una boccata d’ossigeno è arrivata con l’accordo delle Regioni sui criteri di ripartizione di un residuo di trasferimenti statali per il 2011 di 450 milioni: solo un quarto, come avevano chiesto quelle del Sud del Paese, sarà agganciato alla premialità. E l’intesa, osservano gli amministratori regionali, non dovrebbe più offrire scappatoie al Governo. Ma si tratta di una piccola consolazione. «Secondo una prima stima prudenziale elaborata dai nostri tecnici – spiegano dall’assessorato ai Trasporti della Regione Toscana – l’anno prossimo ci arriveranno dallo Stato 31 milioni in meno. Tagli così severi vanno oltre qualsiasi aspettativa e cambiano completamente lo scenario. Il trasporto pubblico così come lo abbiamo conosciuto e utilizzato fino ad ora rischia di non esistere più. Lo Stato si ritrae». Per il Granducato un colpo duro da assorbire proprio alla vigilia (vedi l’articolo a fianco, ndr) della gara a bacino unico per la gestione dell’intero sistema regionale del trasporto pubblico. La riconsegna al Governo da parte delle Regioni dei contratti di servizio per le linee ferroviarie, rischia di non essere più solo una manifestazione di protesta simbolica. «Con tagli di questa portata – osserva infatti Luigi Viventi, assessore regionale ai Trasporti delle Marche – c’è il pericolo concreto di una soppressione dei servizi ferroviari regionali. Possiamo cercare di recuperare qualcosa, lavorando su una maggiore efficienza. Ma si tratterebbe comunque di un recupero insufficiente, pari al massimo a un 10-15% della spesa. E con la riduzione dei trasferimenti complessivi ci saranno tagli anche sul trasporto su gomma. Così come è ora la manovra del Governo è insostenibile».

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