Tassazione dell’energia: prodotti più compatibili con l’ambiente

La Commissione europea ha presentato il 13 aprile una proposta di revisione della normativa, ormai superata, sulla tassazione dei prodotti energetici nell’Unione europea. Le nuove norme sono finalizzate a ristrutturare i regimi fiscali per i prodotti energetici, eliminando gli attuali squilibri e tenendo conto sia delle emissioni di CO2 ad essi imputabili, sia del loro contenuto energetico. Le imposte sull’energia vigenti sarebbero divise in due componenti che, insieme, andrebbero a determinare l’aliquota d’imposta totale da applicare al prodotto. La Commissione intende in tal modo promuovere l’efficienza energetica e il consumo di prodotti più compatibili con l’ambiente, oltre ad evitare distorsioni della concorrenza nel mercato unico. Grazie alla proposta gli Stati membri potranno ridefinire i loro regimi tributari in modo da concorrere alla crescita e all’occupazione, trasferendo il carico fiscale dal lavoro al consumo. La direttiva riveduta entrerebbe in vigore a partire dal 2013. Per allineare completamente la tassazione del contenuto energetico sono previsti lunghi periodi transitori, fino al 2023, in modo da lasciar tempo al settore di adeguarsi al nuovo regime.
La tassazione dei prodotti energetici è in certa misura armonizzata a livello dell’UE. La direttiva sulla tassazione dell’energia fissa già ora aliquote minime per i prodotti energetici utilizzati come carburanti per motori e come combustibili per riscaldamento e per l’elettricità, ma è divenuta obsoleta e incoerente. La tassazione basata sulla quantità dei prodotti energetici consumati non può servire a far realizzare gli obiettivi dell’UE in fatto di clima ed energia, nè offre incentivi economici che stimolino la crescita e la creazione di posti di lavoro. La tassazione dei prodotti energetici deve piuttosto considerare il loro contenuto energetico e l’impatto che essi hanno sull’ambiente.

Elementi principali
La direttiva riveduta sulla tassazione dell’energia consentirà agli Stati membri di avvalersi al meglio della tassazione e, in ultima istanza, favorire la “crescita sostenibile”. A tal fine la Commissione propone di scindere l’aliquota minima in due parti:

  • una parte, basata sulle emissioni di CO2 rilasciate dal prodotto energetico, ammonterebbe a 20 EUR per tonnellata di CO2;
  • l’altra sarebbe basata sul contenuto energetico, ossia sull’energia effettiva generata dal prodotto misurata in gigajoule (GJ), e corrisponderebbe a 9,6 EUR/GJ per i carburanti per motori, e 0,15 EUR/GJ per i combustibili per riscaldamento. Essa si applicherebbe a tutti i carburanti e combustibili utilizzati per i trasporti e il riscaldamento.

Gli aspetti sociali sono presi in considerazione lasciando agli Stati membri la facoltà di esentare interamente da imposte l’energia consumata dai nuclei famigliari a fini di riscaldamento, indipendentemente dal prodotto energetico utilizzato.
Sono previsti lunghi periodi transitori per allineare completamente, entro il 2023, la tassazione del contenuto di energia, cosicchè il settore avrà il tempo necessario per adeguarsi al nuovo regime fiscale.

Benefici derivanti dalla revisione della tassazione dell’energia

  • La proposta favorirà il ricorso alle fonti rinnovabili di energia e incoraggerà il consumo di energia da fonti che rilasciano meno emissioni di CO2. Attualmente le fonti più inquinanti sono, paradossalmente, quelle meno tassate, mentre sui biocarburanti, al contrario, gravano le imposte più pesanti, malgrado l’impegno dell’UE di aumentare la quota delle rinnovabili nei trasporti. La nuova proposta eliminerà queste incongruenze.
  • Il nuovo testo introdurrà inoltre un approccio più coerente alla tassazione dell’energia in tutta l’UE, evitando il moltiplicarsi di singole politiche nazionali e concorrendo a creare condizioni di parità per le imprese nell’UE. Si presenta inoltre qui un’opportunità per gli Stati membri, che potranno ridefinire le proprie politiche tributarie in modo da promuovere l’occupazione e creare posti di lavoro.
  • Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra, la direttiva riveduta punta a integrare il sistema dell”UE di scambio delle quote di emissioni applicando una tassa sul CO2 ai settori che non rientrano in tale sistema (trasporti, nuclei famigliari, agricoltura e piccoli impianti industriali). Dato che nell’UE sono responsabili della metà delle emissioni di questo gas, è importante che anche questi settori ricevano un segnale del prezzo del CO2.
  • Questa iniziativa, infine, oltre ad aiutare l’UE a conseguire i propri obiettivi in materia di energia e cambiamenti climatici, come richiesto nelle conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2008, rispecchia l’esito della conferenza ONU sui cambiamenti climatici tenutasi a Cancún, in Messico, nel dicembre 2010.

Prossime tappe
La proposta sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio e dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2013. è previsto, laddove necessario, che il nuovo regime di tassazione sia introdotto gradualmente.

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