Roma ultima della classe in Europa per mobilità elettrica e riduzione Co2

Una città invasa dai mezzi privati – auto e motorini – e incapace di cambiare un modello di mobilità datato, che poco investe sul trasporto pubblico e i mezzi a zero emissioni. Alla chiusura di MotechEco, il quarto salone della mobilità sostenibile, Roma è apparsa così in confronto ad altre città europee, da Malaga a Berlino, da Barcellona a Malmö. Se infatti altrove molto è stato fatto, a Roma manca ancora un piano di lungo periodo sulla mobilità sostenibile (sarà presentato a settembre). Copenaghen punta a diventare nel 2025 la prima capitale carbon free del mondo; a Roma le auto elettriche si vedono soprattutto ferme, in esposizione alle fiere.

L’Italia partecipa, con altri Paesi europei, al progetto Green eMotion, che coinvolge utilities, aziende, università e amministrazioni pubbliche. «Green eMotion ci servirà per capire come promuovere la mobilità elettrica in Europa. Per adesso, i veicoli elettrici sono 2.000, e saliranno a 5.000. Il progetto è finanziato per 24 milioni di euro dalla Commissione europea e coinvolge 42 partner, ma lo scopo è di coinvolgere tutta l’Europa», ha spiegato Heike Barlag di Siemens, coordinatrice del progetto. Per spingere le persone a scegliere la mobilità elettrica, ha continuato Barlag, servono però anche degli incentivi. E qui arriva il primo punto dolente per Roma. Se infatti a Copenaghen i veicoli di questo tipo hanno parcheggio e ricarica gratuiti nelle zone a pagamento e a Malaga usufruiscono di una sconto del 75% sulle tasse locali sulle auto, da noi il massimo che si riesce a offrire è la possibilità di entrare nella Ztl.

Anche in relazione ai programmi per la diffusione della mobilità elettrica Roma non fa una bella figura. A Berlino, ha spiegato il ricercatore Alexander Kihm, «ci sono già più di 300 auto elettriche, per un totale di 20 progetti attivi. I punti di ricarica non costituiscono un problema». In Irlanda, ha raccontato lo studioso del Trinity college di Dublino Paul McDonald, «nel 2020 il 10% delle auto in circolazione saranno elettriche. Entro la fine del 2011, saranno installati in tutto il Paese 2.000 punti di ricarica domestici, 1.500 colonnine nelle strade e altre 30 per la ricarica veloce». A Malaga arriveranno nei prossimi anni 200 auto e 220 punti di ricarica e a Malmö, spiega Jitka Andersson, responsabile Cambiamenti climatici della Municipalità, «il Comune comprerà veicoli elettrici. Venti famiglie proveranno poi un’auto elettrica per tre mesi, e anche i pendolari potranno chiedere di poter fare un test».

A Roma, i piani dell’amministrazione sono ancora vaghi. In giro, ci sono 35 auto elettriche, distribuite alle famiglie con il progetto E-mobility Italy di Enel e Smart. A queste potrebbero aggiungersene altre acquistate autonomamente dai cittadini, ma il numero rimane basso. «Nei prossimi anni passeremo da 50 a 100 minibus elettrici Atac e avvieremo un progetto di noleggio mezzi elettrici per la micromobilità, ossia per i brevi spostamenti», spiega Marco Contadini, referente del Comune per la Mobilità sostenibile. Grazie a un accordo tra Enel e Acea, dovrebbero poi essere installati 98 colonnini, a cui «se ne aggiungeranno altri 200 o 300 negli edifici istituzionali e nelle grandi aziende». Ci sarebbe poi un atto di indirizzo (dunque non vincolante) della Giunta che prevede, nell’ambito del rinnovo di tutto il parco auto dell’amministrazione (pari a ben 3.500 mezzi), l’acquisto del 20% (700) di veicoli elettrici. A fine giugno, ha annunciato l’assessore all’Ambiente Marco Visconti, «sarà approvata anche una delibera per finanziare il bikesharing con la pubblicità». Forse le bici aumenteranno: adesso sono 150, a Barcellona 6.000.

Non va meglio per quanto riguarda i piani urbani di abbattimento delle emissioni. Roma punta su un meno 20% di Co2 al 2020. Niente a che vedere con Copenaghen, che vuole diventare nel 2025 la prima capitale del mondo carbon free. Malmö per il 2020 si prefigge di tagliare le emissioni del 40% e di arrivare, nel 2030, a utilizzare solo energie rinnovabili. L’Irlanda vuole fare ancora meglio: l’obiettivo è il dimezzamento della Co2 nel 2020 e il suo azzeramento nel 2035; tra dieci anni il 40% dell’energia consumata nell’isola sarà verde.

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