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Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri sull’emergenza rifiuti campana, secondo Legambiente, ripropone gli errori del passato, con l’unica eccezione positiva della cancellazione delle discariche di Terzigno-Cava Vitiello (Napoli), Andretta (Avellino), Serre-Valle della Masseria (Salerno).
Continuando, infatti, a puntare su impianti di incenerimento che, nella migliore delle ipotesi andranno a regime tra cinque anni, saranno ancora necessarie grandi discariche destinate ad esaurirsi in tempi brevi, come avvenuto fino a oggi.
“L’unica vera discontinuità rispetto a questa politica oggettivamente fallimentare – commenta Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – consisterebbe in interventi per ridurre in pochi mesi il flusso di rifiuti indifferenziati verso gli impianti di trattamento e smaltimento finale.
A tal fine, sarebbe necessario semplificare e finanziare la costruzione di impianti di digestione anaerobica e compostaggio per l’organico da raccolta differenziata ed estendere a tutta la città di Napoli e ai comuni dell’hinterland le modalità di raccolta porta a porta dei rifiuti”.
“Solo con questi interventi, concretizzabili in non più di 12- 18 mesi – aggiunge Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – e con lo sviluppo di politiche di riduzione a monte degli imballaggi e dei rifiuti, si risolverebbe una volta per tutte l’emergenza in Campania, costata inutilmente agli italiani più di tre miliardi di euro in 15 anni”.
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