Regioni incapaci di utilizzare i fondi Ue
Fonte: Il Sole 24 Ore
<p>Nell’Unione europea ci sono 25 regioni (su più di 350) in cui le persone che non hanno mai usato un computer sono tra il 35 e il 50%. Nove di queste 25 sono italiane. Ci sono tutte quelle del Sud ma anche l’Umbria e il Piemonte. La mappa a pagina 174 dell’Eurostat regional yearbook 2014, appena pubblicato, è impietosa: mezza Italia è ai livelli della Turchia, della Grecia, del Portogallo e delle peggiori regioni dei paesi dell’Est.</p>
<p>La Campania (48%) è penultima, superata solo da una regione del Sud della Romania, mentre la Calabria (44%) è la prima tra le dieci peggiori. Specularmente, in cinque regioni del Sud, esclusa la Basilicata, le persone che accedono a internet almeno una volta alla settimana sono meno della metà della popolazione, ai livelli delle regioni dei paesi di cui sopra. E anche la mappa delle famiglie che hanno una connessione a banda larga restituisce la stessa immagine di un paese diviso in due, ma con un “buco” anche a Nord-Ovest, con Piemonte, Liguria e Val d’Aosta ai livelli di Campania, Puglia e Basilicata.</p>
<p>Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, però, il problema non è tanto di risorse economiche. Ma di capacità progettuale. Per le reti a banda larga, infatti, le regioni hanno a disposizione cospicue risorse comunitarie. Questo è accaduto con la programmazione dei fondi strutturali 2007-2013 e accadrà ancora di più con il nuovo ciclo da qui al 2020 che tiene conto del piano “Digital agenda for Europe”. Il miglioramento dell’accesso alle reti a banda larga e la diffusione delle tecnologie digitali è uno dei quattro obiettivi tematici chiave ma l’Italia ha deciso di puntare (solo) 2 miliardi dell’intera dotazione di fondi Ue (41 miliardi) per i prossimi sette anni. Che diventano più di 3 con il cofinanziamento nazionale. Una manna per le regioni, se solo fossero in grado di utilizzarla.</p>
<p>Come spiegano infatti alla Dg Politiche regionali della Commissione Ue, fatta eccezione per la Lombardia, nessuna regione italiana è in condizione di presentare un progetto dettagliato per realizzare una rete a banda larga. Mentre la Lombardia ha da anni un ufficio dedicato, con ingengeri ed esperti ITC, tutte le altre regioni non hanno le competenze tecniche minime per progettare un’infrastruttura digitale.</p>
<p>Va bene, dunque, chiedere ai partner europei di sbloccare la “clausola investimenti” che consentirebbe di escludere dal deficit il cofinanziamento delle opere realizzate con i fondi strutturali, ma occorre poi lavorare affinché nel Paese si creino le condizioni concrete perché gli investimenti possano essere effettivamente realizzati. Un ruolo importante dovrebbe svolgere l’Agenzia per la Coesione, ma per ora siamo fermi agli auspici.</p>
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