Raffica di cessioni già in corso dalle grandi città

Fonte: Il Sole 24 Ore

I grandi comuni hanno già iniziato a cedere le quote delle proprie partecipate. Da Milano con la Sea a Roma con l’Acea fino a Torino con la società che gestisce l’aeroporto di Caselle. Agli altri municipi ci penserà invece il fondo mobiliare che nascerà sotto l’egida della Cdp e che si rivolgerà soprattutto alle società sane di proprietà delle piccole realtà locali.
Ma partiamo dai grossi centri. Il caso più recente riguarda Roma che arranca, impantanata in Consiglio comunale in un duro scontro sulla dismissione del 21% di Acea (di cui ora possiede il 51%), la multiutility quotata dell’acqua e dell’energia, che la Giunta vorrebbe approvare entro giugno insieme al bilancio 2012, mentre a procedere spedita è Torino. Che proprio la scorsa settimana ha pubblicato il bando di gara da 58,8 milioni per la cessione del 28% della Sagat, la società che gestisce l’aeroporto cittadino e di cui il capoluogo piemontese conserverà solo il 10%. Ma andare sul mercato, secondo il piano avviato dal sindaco Piero Fassino lo scorso autunno, sarà anche il 40% della Gtt, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale, il 49% di Amiat (rifiuti) e l’80% della Trm che sta realizzando il termovalorizzatore. Per la prima la procedura è quasi conclusa (quattro le manifestazioni di interesse), e manca solo il via libera alla gara da parte del Consiglio, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Per le due utility del polo ambientale invece, ci sarà una gara a doppio oggetto per cedere partecipazione e gestione.
E se Vicenza e Padova hanno messo in vendita quote in A4 Holding che controlla l’autostrada Serenissima (acquisite da Astaldi che è così salita dal 9,12 al 15%), Milano gioca la partita Sea-Serravalle. Dopo la cessione al fondo F2i di Vito Gamberale del 29,7%, per un controvalore di 385 milioni (al centro di un’inchiesta per turbativa d’asta) della partecipazione nella società che controlla gli aeroporti di Linate e Malpensa, ora per il Comune c’è in ballo lo scambio di quote con la Provincia. Da cui Palazzo Marino acquisirà il 14,56% di Sea, in cambio del 18,6% della Serravalle (quota che il comune aveva già cercato di cedere più volte), ricomponendo così un pacchetto azionario pari al 69,3%. Dopo il 15 luglio il sindaco Pisapia deciderà se rimettere sul mercato un altro 50% delle quote. Sempre sull’aeroporto punta anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il comune ha una quota del 12,5% nella Gesac e sta iniziando l’iter per la delibera di cessione.
Intanto Firenze fa passi avanti nella privatizzazione di un ramo dell’azienda di trasporto Ataf approvata a dicembre. Sei le aziende che hanno presentato domanda per la «prequalifica» al bando di gara. Mentre Ascoli Piceno ha varato a gennaio la gara da 126,5 milioni per la ricerca del socio privato al 40% nell’azienda di rifiuti Ascoli servizi comunali. Sulla falsariga di quanto ha fatto per il gas Prato che si appresta a cedere il 2% della propria partecipazione nella multiutility Consiag con un guadagno di 7,8 milioni.
Fin qui le iniziative già in atto. Ma la galassia delle Spa locali è molto più ampia. La Corte dei conti ha censito circa 5mila organismi tra Province e, soprattutto, Comuni. Oltre metà ubicati nelle fasce demografiche 0-30mila e 30-50mila. Proprio le categorie più interessate dalla “stretta” imposta dal decreto salva-Italia: i primi dovranno cedere tutte le attività entro fine 2013; i secondi potranno mantenerne una sola. Ed è a loro che guarda con interesse il nascente fondo mobiliare da 1 miliardo. La liquidità della Cdp dovrebbe essere destinata all’acquisto di quote redditizie di aziende sane. Nell’ottica di collocare sul mercato asset appetibili per gli investitori. Se possibile intere filiere (come nel ciclo dei rifiuti) o reti infrastrutturali locali (ad esempio il gas).

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