Proroga in vista per il «55%»

Fonte: Il Sole 24 Ore

Il Governo è pronto a prorogare fino al 2020 il bonus 55% per gli interventi di risparmio energetico sugli edifici. Una proroga che potrebbe contenere anche una mini-riforma degli strumenti finora utilizzati. Le ipotesi di prolungamento degli incentivi sono contenute, un po’ nascoste, nelle tabelle del Def (Documento di economia e finanza) e fanno parte della strategia messa in atto per raggiungere gli obiettivi Ue di aumento del 20% dell’efficienza energetica entro il 2020. E il bonus 55% appare utile allo scopo visto che, secondo dati Enea, nel 2010 gli investimenti in riqualificazione hanno superato i 4,6 miliardi di euro, generando un risparmio di energia primaria pari a 2mila GWh.

Le novità
Il Governo punta a potenziare il bonus rispondendo anche alle sollecitazioni giunte nei giorni scorsi dalla commissione Ambiente della Camera, che nel suo parere al Def aveva chiesto «la stabilizzazione» degli sgravi fiscali per l’efficienza degli edifici (compresi quelli di «edilizia residenziale pubblica»), oltre a raccomandare l’estensione delle agevolazioni agli interventi di messa in sicurezza contro il rischio sismico. Ma nelle intenzioni dell’Esecutivo non ci sarebbe solamente la proroga degli sgravi: le «modifiche» al bonus di cui parla il Def, infatti, potrebbero significare anche una riduzione dell’aliquota applicata fino a oggi.
Il documento finanziario chiarisce che «il prolungamento al 2020 e la modifica della detrazione 55%» sono realizzati in attuazione della direttiva 2010/31/Ce (Nuovi standard di efficienza negli edifici), con il duplice obiettivo di una «ulteriore riduzione del consumo di energia negli edifici» e della «promozione delle fonti rinnovabili di energia nell’edilizia». Proprio le fonti cosiddette «verdi» rappresentano uno dei tasselli della strategia energetica del Governo: nel Def, infatti, si precisa che – insieme alla proroga del 55% – sono «in corso di adozione» anche i decreti ministeriali delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica (attuativi del Dlgs 28/2011), oltre alla riforma dei certificati bianchi, vale a dire i Titoli di efficienza energetica (Tee) con i quali si attesta il conseguimento dei risparmi di energia.

I numeri
Il recente rapporto Enea rivela che, nel 2010, sono state registrate 405.600 pratiche, per un valore di investimenti di oltre 4,6 miliardi e un totale di importi portati in detrazione pari a oltre 2,5 miliardi. Il costo medio per intervento è stato di 11.350 euro, per un risparmio medio di 5 MWh/anno.
Gli interventi hanno riguardato in primis la sostituzione di infissi (il 55% del totale, cioè 220mila interventi su 405mila pratiche), di impianti di climatizzazione invernale (125mila pratiche, il 31%) e l’installazione di pannelli solari per acqua calda (il 12% del totale). Il risparmio complessivo in «energia primaria superiore» ha superato i 2mila GWh/anno, per un valore di CO2 non emessa in atmosfera pari a 430 kt/anno. Performance incoraggianti, che, sottolinea l’Enea, dimostrano «quanto il meccanismo del 55% sia diffuso sul territorio nazionale», anche se non ancora in modo omogeneo: in testa per numero di investimenti e interventi si piazza la Lombardia, seguita da Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, mentre il Mezzogiorno resta indietro, con performance meno brillanti.
Ma la messa in efficienza degli edifici offre anche opportunità di crescita al settore delle costruzioni: l’ultimo rapporto Anie-Federcostruzioni sull’innovazione nell’edilizia rivela infatti che gli investimenti annuali in tecnologie per l’efficienza rappresentano il 5% del fatturato totale, per un valore che sfiora i 20 miliardi di euro. Anche perché, dice Anie, la maggior parte degli edifici esistenti in Italia appartiene alle classi energetiche F e G e dunque «esistono ampi spazi di miglioramento».

– 405.600 pratiche totali
– Investimenti complessivi superiori a 4.600 milioni di euro
– Valore complessivo degli importi portati in detrazione oltre 2.500 milioni di euro
– Risparmio energetico complessivo in energia primaria superiore a 2.000 Gwh/anno
– Co2 non emessa in atmosfera pari a circa 430 kt/anno

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