Nucleare: Parlamento Ue spaccato su futuro

STRASBURGO – Il Parlamento europeo non è riuscito a trovare una soluzione comune sul futuro del ricorso all’energia nucleare nel Vecchio Continente, in scia alle polemiche scaturite dall’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima. Dopo la bocciatura di una serie di emendamenti che riguardano la revisione del ‘mix energetico’ ed una via d’uscita dal nucleare, la plenaria ha bocciato la proposta di risoluzione comune sul nucleare (264 sì, 300 si, 61 astenuti), ma anche tutte le proposte presentate dai singoli gruppi politici.

A generare la frattura su un testo in cui ieri avevano confluito posizioni distanti come quelle di Ppe, socialisti, liberaldemocratici, Sinistra Unita e Verdi, è stato un emendamento – presentato da S&D d’accordo con i Verdi – che chiedeva di inserire nel testo “l’invito agli Stati membri a mettere a punto eventuali strategie per uno smantellamento a medio o a lungo termine dell’energia nucleare”.

La proposta di pensare un phase out dall’atomo è stata respinta con 326 no contro 251 sì e 47 astensioni, nonostante il sostegno dei socialisti francesi tradizionalmente favorevoli all’atomo. Prima del voto in Parlamento lo S&D aveva lasciato capire che – in caso di bocciatura dell’emendamento – avrebbe respinto tutto il testo comune.

Secondo quanto denunciato dal portavoce dei Verdi sui temi del nucleare, il lussemburghese Claude Turmes, a far saltare l’accordo e a far quindi bocciare l’intera risoluzione sulla sicurezza nucleare in Europa, è stata la raccomandazione di voto data dalla liberaldemocratica svedese Lena Ek, relatrice per l’Alde. “Ha detto ai suoi di votare contro – ha spiegato Turmes -perché il suo partito in Svezia sostiene un governo di centro destra che ha deciso di riaprire al nucleare, contro le decisioni di chiusura delle centrali che erano state prese dai governi di centrosinistra”.

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