Legge di stabilità 2016: il Governo chiede la fiducia

Ore 12: il Senato voterà la fiducia su un maxiemendamento interamente sostitutivo, che ricalca quello approvato dalla Commissione Bilancio. Fassino: ci aspettiamo miglioramenti in Parlamento

20 Novembre 2015
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Ieri sera il Governo ha posto la questione di fiducia su un maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del d.d.l. di stabilità.
È stata il Ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, a parlare a nome dell’esecutivo. “A nome del governo, autorizzata dal Consiglio dei Ministri pongo la questione di fiducia sull’approvazione dell’emendamento che mi accingo a presentare interamente sostitutivo degli articoli del disegno di legge 2111 recante le modifiche approvate dalla commissione”.
Il testo del maxiemendamento ricalca, infatti, quello approvato dalla Commissione Bilancio con qualche lieve modifica non di rilievo. 
È ora in corso la discussione sulla questione di fiducia a Palazzo Madama. La chiama per il voto è prevista intorno alle ore 12. 
>> Sintesi del testo e degli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio

Fassino: “ci aspettiamo miglioramenti in Parlamento”

“Ci aspettiamo che il testo della legge di stabilità che uscirà dal Senato sia ulteriormente arricchito: dalla prossima settimana avvieremo un confronto con i gruppi della Camera dei deputati per verificare anche con loro eventuali ulteriori apporti e contributi migliorativi del testo in esame a Montecitorio”. Lo ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino parlando con i giornalisti al termine del Comitato direttivo dell’associazione svoltosi ieri pomeriggio a Roma, per illustrare i contenuti del d.d.l. stabilità, anche alla luce del confronto coi gruppi parlamentari per la sua conversione in legge, in questo momento ferma al Senato.

Fassino ha ribadito il giudizio complessivamente positivo che l’associazione ha dato sulla manovra finanziaria 2015, legandolo ad una serie di considerazioni: “È la prima legge che dopo 8 anni non ha tagli alle risorse per i comuni, essa sblocca il patto di stabilità e consente di rilanciare gli investimenti usando fondi che i Comuni avevano ma che fino ad oggi erano congelati e vincolati”.

Inoltre il presidente Anci ha sottolineato come ci sia “il rimborso integrale ai comuni dell’introito che essi avrebbero derivato dalla Tasi sulla prima casa, e sui terreni agricoli, mentre viene previsto “il rifinanziamento di fondi di inclusione sociale molto importanti, come il fondo contro la non autosufficienza, quello per il contrasto alla povertà e quello nazionale per la scuola”.

“Naturalmente come tutte le leggi di stabilità, che sono molto ampie e complesse, ci sono aspetti che riteniamo che possano essere migliorati e corretti”, ha aggiunto Fassino auspicando l’accoglimento dei molti emendamenti che l’Anci ha presentato nei giorni scorsi al governo ed al Senato, dove è stata ricevuta in audizione lo scorso 2 novembre. “Sappiamo che su molte di queste proposte è ancora in corso l’esame, mentre su altre abbiamo già avuto notizie positive sul loro accoglimento”, ha chiosato il sindaco di Torino.

Nel suo intervento durante i lavori del direttivo, Fassino si era soffermato sulle questioni irrisolte che per l’Associazione necessitano di una modifica in sede parlamentare. Partendo da “un riassetto complessivo del fisco locale, per permettere ai sindaci di lavorare ai bilanci con regole chiare e definitive”. Lo stesso presidente Anci si è augurato, “una volta chiusa la partita dei rimborsi legati alla soppressione dell’Imu-Tasi, l’avvio di un confronto per arrivare nel 2017 ad una completa autonomia impositiva”.

Altre questioni centrali da ‘affinare’ nel quadro della manovra, per i comuni sono: il rimborso delle spese pregresse per gli uffici giudiziari (parti a 700 milioni); il riassetto della riscossione locale; l’avvio di un comparto autonomo delle Città metropolitane separato dalle vecchie province; e la revisione delle regole ‘restrittive’ sul turn over del personale. Ultime due questioni evidenziate da Fassino riguardano da un lato: “la riforma della disciplina in materia di gestione associata delle funzioni dei comuni superando l’obbligatorietà per tutte le funzioni fondamentali al 31 dicembre)”, e dall’altro la “necessità di rivedere i tempi per l’obbligo di procedere ad acquisti di lavori, beni e servizi per tutti i comuni capoluogo di provincia,attraverso le Centrali uniche di committenza”.

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