A parere del rappresentante ANCI è necessario estendere le norme straordinarie degli scorsi anni, in particolar modo per il rinnovo delle misure straordinarie di sostegno agli equilibri di bilancio, peraltro già adottato negli ultimi 3 anni; l’istituzione di un tavolo politico-tecnico di confronto con il Governo, per il coordinamento delle politiche urbane, con formalizzazione del comparto autonomo delle Città metropolitane; l’istituzione dell’addizionale portuale e aeroportuale; norme di facilitazione delle assunzioni; ampliamento alle metropoli del fondo di sostegno per le penali da estinzione totale o parziale di debiti; norme sulla gestione delle dismissioni societarie, e la ristrutturazione dei debiti di dimensioni più rilevanti.
I nodi da sciogliere
Il numero uno dell’ANCI ha quindi considerato cosa ancora pesa sul bilancio degli Enti locali, sostenendo che “gli oneri per il rinnovo dei contratti del personale, gli effetti restrittivi della nuova contabilità, l’alto costo del debito, il prolungato congelamento dell’autonomia tributaria locale ed il progressivo avvio della perequazione, sono i principali elementi che concorrono a determinare una forte sofferenza negli equilibri finanziari di parte corrente, sui quali chiediamo soluzioni coerenti”. Per questa ragione, l’ANCI chiede di “accompagnare la crescita degli investimenti con ulteriori misure: spazi finanziari aggiuntivi e semplificazione di alcune regole contabili che ostacolano o impediscono l’utilizzo degli accantonamenti”.
La necessità di stabilità
Il presidente dell’Associazione dei Comuni ha continuato evidenziando come il fondo IMU-TASI, essenziale per i bilanci di circa 1.800 enti, “continua ad essere assegnato anno per anno e deve invece essere stabilizzato”. Decaro ha ricordato come “il fondo ristora il maggior gettito che i Comuni incassavano con l’IMU 2013, poi abbattuto con i vincoli introdotti insieme alla TASI. Dai 625 milioni del 2014 si è via via passati ad appena 300 nel 2017, confermati per il 2018 dal ddl Bilancio”. E’ pertanto “necessario stabilizzare queste risorse rendendole inoltre valide ai fini dei saldi di pareggio di bilancio”.
Lente d’ingrandimento sulle Città Metropolitane
Per Decaro è inoltre opportuno prevedere l’estensione ai Comuni e alle Città Metropolitane degli strumenti utilizzati per la ristrutturazione del debito regionale, come è stato fatto con il d.l. 66/2014. Il Presidente ANCI ha quindi segnalato che al momento “la situazione di fondo dei bilanci delle Città Metropolitane risulta essere molto provata nonostante la sostanziale sterilizzazione dei tagli incrementali 2016 e 2017”. Le Città Metropolitane delle Regioni a statuto ordinario hanno infatti subito tagli per quasi 1 miliardo nel periodo 2010-2016, con una sforbiciata, rispetto alla spesa corrente preesistente del 39%, con punte del 60%.
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