La semplificazione merita 6+ in pagella

Fonte: Il Sole 24 Ore

Nove semplificazioni promosse con un bel voto, quattro con la sufficienza e cinque rimandate agli esami di riparazione. Le misure di snellimento fiscale lanciate con il decreto sviluppo conquistano la media del «6+» nella pagella degli esperti del Sole 24 Ore. L’abolizione della scheda carburanti per chi fa il pieno con la moneta elettronica risulta il provvedimento più efficace, insieme alla possibilità di rivalutare quote e terreni con il pagamento di un’imposta sostituiva. All’estremo opposto della pagella, ci sono le norme che puntano a eliminare le doppie richieste di informazioni e a rendere meno invasivi i controlli tributari sulle imprese. Disposizioni che, da un lato, rappresentano un déjà-vu di princìpi già affermati in passato e rimasti sulla carta; dall’altro, mancano di una vera sanzione per gli uffici che non le rispettano. Così, alla richiesta di documenti già in possesso dell’amministrazione, si dovrebbe poter opporre un rifiuto senza rischiare alcun tipo di conseguenza negativa, diretta o indiretta. E ancora: se i controlli vanno oltre i limiti stabiliti (15 giorni), l’eventuale atto di accertamento dovrebbe essere invalido, mentre il decreto prevede solo l’illecito disciplinare per il funzionario. Nello spirito di confronto con le categorie annunciato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, i voti più bassi non vanno intesi come bocciature senza appello. Piuttosto, un’indicazione delle cose da migliorare, da qui alla conversione parlamentare. È il caso della possibilità di ritardare il pagamento degli avvisi di accertamento emessi dal prossimo 1° luglio. La semplice richiesta di sospensiva al giudice tributario congelerà l’esecutività dell’atto – come richiesto con forza da imprese e professionisti – ma solo per 120 giorni: un termine entro il quale, soprattutto nei centri maggiori, il giudice non fa in tempo a pronunciarsi. Ecco perché un meccanismo di silenzio-assenso potrebbe consentire di rinviare la riscossione alla sentenza di primo grado; oppure, si potrebbe sospendere il versamento fino a che la commissione non decide sulla sospensiva. Molto meglio la correzione sullo spesometro, che elimina l’obbligo di comunicazione a carico di negozianti ed esercenti per i pagamenti con carta di credito o bancomat, anche se resta il nodo degli assegni. Ci sono poi semplificazioni che meriterebbero di essere “fotocopiate” e riproposte in altri campi: ad esempio, il principio dettato per i familiari a carico (niente comunicazione se la situazione non cambia) potrebbe essere esteso anche all’8 per mille. Il tempo per farlo, volendo, non manca.

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