La pubblica amministrazione compra ‘verde’

Si diffondono le pratiche d’acquisto centralizzato, con criteri ambientali e gare d’appalto telematiche, con beneficio per cittadini e ambiente Fotocopiare sempre e solo fronte retro, acquistare farmaci in una centrale d’acquisto o materiale per arredare gli uffici privi di solventi o sostanze chimiche.
Sono tutti esempi comportamenti d’acquisto o di lavoro virtuosi che si stanno diffondendo nella Pubblica Amministrazione. La questione degli acquisti verdi nella PA, costi che da soli coprono il 16,3% del Pil, è partita da una sollecitazione della Comunità Europea nel 2003 sotto il nome di Green Public Procurement (GPP). E’ stata introdotta dalla Comunità in maniera volontaristica e alla sollecitazione sono seguite poi delle linee guida. In Italia, come recepimento delle linee guida, nella finanziaria del 2007 è stato introdotto il Piano nazionale, adottato nel 2008 che oggi, anche attraverso le centrali d’acquisto di cui alcune Regioni si erano da tempo già dotate, sta portando i primi frutti. Nel corso di un convegno del Formez, sull’argomento, Danilo Broggi, amministratore delegato di Consip ha descritto l’esempio di un vero e proprio cambiamento nel comportamento d’acquisto da parte della PA.
“Nell’acquisto e manutenzione dell’illuminazione pubblica – ha detto Broggi – si è passati da una situazione in cui il Comune pagava una bolletta energetica per i lampioni e poi pagava una o più aziende per la manutenzione, ad una situazione in cui il Comune paga un canone fisso per ogni lampione. Consip ha calcolato il risparmio unitario del canone dei lampioni per i 108 comuni che hanno aderito all’iniziativa e ha contato un risparmio di 119 milioni di euro, con punte per alcuni Comuni, di un risparmio pari al 50%”. Inoltre, secondo Broggi, “i Comuni, per la prima volta, hanno potuto inserire nel loro bilancio, il costo preventivo uguale al consuntivo: canone per lampione”. Semplice. C’è però ancora molta strada da fare.
Secondo Mariano Grillo direttore generale del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, “il 35% dei bandi presentati contiene più di un criterio ambientale, solo meno del 10% contiene tre criteri ambientali – ha precisato – . Per gli enti locali, invece, abbiamo il 34% delle provincie e il 18% dei comuni che hanno introdotto criteri ambientali nei processi d’acquisto”.

Il progetto del Ministero dell’Ambiente: un marchio e una carta di adesione vincolante

Il GPP, secondo Broggi, si va a inserire nella politica integrata di prodotto “e noi lo stiamo facendo valorizzando i distretti industriali, per esempio per quello del mobile e stiamo per proporre al Ministro un protocollo d’intesa più allargato, coinvolgendo il Ministero dello Sviluppo Economico, e le Regioni che fanno parte della Rete Cartesio, con l’obiettivo finale di creare un marchio di bontà del prodotto italiano, più raffinato rispetto a quello Ecolabel”.
Il Piano Nazionale sul GPP prevede anche un tavolo tecnico consultivo permanente aperto anche ad altri soggetti privati ma anche associazioni ambientaliste, sindacati, consorzi e la realizzazione di un portale internet e azioni di divulgazione, monitoraggio e formazione. “Solo ora il Piano sta entrando nel vivo – ha aggiunto il direttore generale – abbiamo scontato un po’ di ritardi anche nell’individuare gli stessi criteri ambientali e difficoltà tecnico-operative”. Ad oggi sono stati emanati due decreti applicativi, per la carta per copie per risme e gli ammendanti, una sorta di fertilizzanti e sono in via di emanazione decreti per gli arredi, i prodotti tessili e di illuminazione, oltre che per computer stampanti e fotocopiatrici. “Sono in via di realizzazione i decreti per i prodotti della ristorazione collettiva – ha aggiunto Grillo – per i materiali da costruzione, per i servizi di pulizia, arredo urbano e servizi di smaltimento rifiuti e trasporti. Per questi prodotti poi occorrerà aggiungere ai criteri ambientali, anche i criteri sociali, mentre per il monitoraggio abbiamo attivato una convenzione con l’Ispra”.
L’obiettivo è quello di introdurre “una sorta di carta di adesione per gli acquisti verdi che coinvolga tutti i soggetti pubblici e nell’ambito di questa carta, sviluppare un progetto pilota tra i più avanzati per superare la volontarietà che caratterizza il GPP, cerchiamo di farlo diventare qualcosa di più. La carta di adesione dovrebbe quindi costituire una sorta di vincolo tra soggetti pubblici”.

La Consip e la dematerializzazione delle gare d’appalto

Uno degli ambiti di azione della Consip è il mercato elettronico della Pubblica Amministrazione. “Abbiamo iniziato a inserire bandi che prevedono beni e servizi per la sostenibilità – precisa l’amministratore delegato di Consip – . Per esempio, quello per l’acquisto di beni strumentali per la raccolta differenziata, nel quale abbiamo inserito 1400 articoli e realizzato un milione di euro transato in quattro mesi”.
Sulla piattaforma elettronica di Consip sono transitati 1,8 miliardi di euro per acquisti centralizzati e 3,7 miliardi di euro sono passati per le gare telematiche. La dematerializzazione, secondo Broggi conviene anche perché ha un tempo di ammortamento decisamente breve, anche in presenza di investimenti ingenti. “Un progetto di dematerializzazione fatto per la Ragioneria dello Stato per oltre un milione di documenti di spesa è costato circa 10 milioni di euro e in due anni la Ragioneria ha ammortizzato completamente l’investimento”. In totale per la dematerializzazione delle gare d’appalto, la Consip ha calcolato un risparmio di 200 milioni di euro solo nel 2009.

Emilia Romagna e Lombardia, là dove gli acquisti ‘verdi’ della PA sono (quasi) la prassi

In Emilia Romagna, con una legge regionale, già sei anni fa è stata costituita una centrale d’acquisto, la Intercenter, che oggi dialoga con 600 amministrazioni pubbliche e ha già realizzato 21 iniziative di Green Public Procurement. Alcune delle esperienze citate da Anna Fiorenza, direttore centrale d’acquisto dell’Emilia Romagna sono quella dell’acquisto (centralizzato) di forniture per le scuole con moltissimi requisiti obbligatori, tra cui il divieto di usare sostanze chimiche secondo lo standard europeo Ecolabel), Poi quella della fornitura di carta e cancelleria, con l’obbligo di fornire carta riciclata. Inoltre, per la prima volta in Emilia Romagna si è provveduto all’acquisto e noleggio a lungo termine automezzi, inserendo le auto ibride e elettriche. “In quest’ultimo caso – ha sottolineato Fiorenza – c’e’ ancora molto da fare perché le pubbliche amministrazioni le auto elettriche le usano pochissimo”. “Oggi stiamo per introdurre una nuova sfida – ha aggiunto – vogliamo inserire nelle gare anche un approccio sociale, inducendo gli aggiudicatari al rispetto di criteri etici e sociali”.
Nella regione è in corso una gara per la sanità “e convincerli a inserire requisiti ambientali è stata un’impresa non da poco -.ha detto Fiorenza – . Le aziende sanitarie, di fatto, hanno una minore attenzione agli acquisti verdi, perché c’è una convinzione inveterata che acquistare verde significa spendere di più e nelle aziende sanitarie si tende a perseguire il parametro del risparmio”. Nel 2010, sono state però realizzate due gare, interamente on line, per l’acquisto di farmaci con 900 lotti di aggiudicazione, da 800 milioni di euro.
Da uno studio fatto per quantificare i benefici ambientali dell’attività di Intercenter è emerso “un risparmio pari al blocco per un anno di 3700 auto a benzina di media cilindrata o del blocco totale del traffico per 1,4 milioni di auto per un giorno”. In Lombardia, la centrale d’acquisto è nata tre anni fa e funziona da centrale di committenza, svolgendo gare aggregate per conto del sistema regionale e sviluppa e promuove una piattaforma telematica di e-procurement, a disposizione di tutta l’amministrazione regionale. Quest’ultima lanciata da appena un anno e mezzo, “è utilizzata da oltre 300 enti, con un notevole impatto sull’uso della carta, ridotto dell’80% – ha precisato Andrea Martino, direttore centrale d’acquisto della Lombardia – . Oggi tutta la sanità la usa in maniera ordinaria, così come i Comuni più rilevanti, per transazioni annue pari a circa 800 milioni di euro”.
L’altro ambito d’azione della centrale lombarda è quello delle gare d’appalto on line. Da uno studio sul consumo dei fogli di carta per le gare d’appalto. Secondo Martino, con quelle telematiche si passa da 700 a 177 fogli di carta usati in una gara tradizionale. “In Lombardia, gli enti pubblici consumano mediamente 400 tonnellate di carta all’anno – ha proseguito – pari a circa 7mila alberi. Con la piattaforma telematica, nel 2009, si sono salvati una trentina di alberi, pochi ma è solo un primo passo. Mediamente si salva un albero ogni 24 gare. L’obiettivo è di arrivare a gestire telematicamente il 50% delle gare lombarde. Se si arrivasse al 30%, ci sarebbero 1500 alberi salvati all’anno, con il 50% sarebbero 2000. Il nostro obiettivo è la completa de materializzazione del processo di acquisto”.

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