La Lega vuole cancellare l’ANCI e minaccia l’uscita dall’associazione di tutti i suoi amministratori

L’ultima battaglia della Lega è la cancellazione dell’Anci: è un costo superfluo per tutti i sindaci secondo il segretario della Lega Matteo Salvini, e da Cittadella, dove si è tenuta l’annuale Festa leghista dei popoli, ha minacciato l’uscita dall’associazione di tutti i suoi amministratori.

La rivolta dei sindaci leghisti? “Un’operazione politica basata su argomentazioni infondate. C’è da sperare che la Lega non voglia affossare uno degli organismi superpartes che in questi anni di difficoltà hanno sempre difeso gli interessi dei Comuni italiani”. Così il presidente dell’Anci, Piero Fassino, risponde all’attacco dei sindaci del partito di Salvini. Ma Fassino spera che si superi il muro contro muro: “Se vogliono discutere con proposte concrete la porta dell’Anci è sempre aperta”.

Fassino, i sindaci leghisti accusano l’Anci di essere troppo filogovernativa. Che cosa risponde?

“È un’accusa priva di fondamento. Se c’è un periodo in cui l’azione dell’Anci ha ottenuto dei risultati è questo. Abbiamo contrattato con il governo, non abbiamo ottenuto tutto quel che volevamo perché è naturale che le trattative si concludano con dei compromessi ma abbiamo portato a casa risultati importanti”.

Può farci degli esempi?

“Abbiamo ridotto il patto di stabilità al 60 per cento. Abbiamo ottenuto la riduzione dei fondi che le amministrazioni devono accantonare per coprire i crediti a rischio. Prima era necessario accantonare ogni anno l’intera cifra equivalente a quei crediti, adesso la si può spalmare su cinque anni. Nei fatti, una riduzione dell’80 per cento. Abbiamo ottenuto la rinegoziazione dei debiti dei comuni con la Cassa depositi e prestiti. E abbiamo liberato dal patto di stabilità i cofinanziamenti comunali per i fondi europei. Potrei aggiungere i fondi per l’emergenza abitativa, il rifinanziamento del fondo per le persone non autosufficenti e il recupero di risorse per il trasporto pubblico locale. Questi sono fatti concreti”.

Il sindaco di Padova esce dall’Anci invitando gli altri sindaci leghisti a fare altrettanto. Teme una diaspora?

“Non capisco a chi servirebbe. Da sempre l’Anci è un’associazione che rappresenta tutti gli 8.000 Comuni italiani indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni. E questo è uno dei nostri punti di forza. Non capisco a che cosa servirebbe indebolire l’associazione dei Comuni proprio quando invece servirebbe il massimo della forza e dell’unità Sindaci soli fuori dall’Anci non avrebbero certo più possibilità di incidere”.

Anche il sindaco di Varese, Fontana, ha annunciato le dimissioni. E’ il suo braccio destro nell’associazione. Come commenta la scelta?

“Sono davvero sorpreso. Fino a quindici giorni fa Fontana era seduto con me ai tavoli dei diversi ministeri a trattare e rappresentare il punto di vista dei Comuni. Non mi aveva comunicato dimissioni o disagi. Aggiungo che Fontana è stato presidente dell’Anci Lombardia per anni condividendo tutte le scelte della nostra organizzazione. Per questo penso che la protesta di questi giorni sia una operazione politica. A mio parere miope, che per ottenere qualche voto in più rischia di indebolire tutti i Comuni”.

Il sindaco di Padova è stato il capofila della protesta. Dubita dell’utilità dell’Anci.

“Forse mette in dubbio l’utilità dell’Anci perché non ci conosce. È stato eletto da pochi mesi ma non ha mai partecipato alle riunioni dell’associazione. E ci rimprovera di non aver sostenuto la sua battaglia contro il Prefetto della città che aveva concesso una caserma per l’accoglienza dei profughi. Ma l’Anci sulla questione ha sempre avuto una posizione chiara: l’accoglienza degli immigrati va gestita con i Comuni e abbiamo sempre rivendicato che non ci si limitasse all’azione dei prefetti”.

Quali sono le prossime iniziative dell’Anci?

“Stiamo incontrando i ministri. Con Delrio abbiamo affrontato il nodo degli sfratti, con Alfano la questione dei migranti. E stiamo preparando le proposte che avanzeremo al governo in vista dell’approvazione della legge di stabilità».

È rottura dunque con i sindaci leghisti?

“Non dipende da me. Se hanno proposte sono pronto a discuterne. La porta dell’Anci è sempre aperta”. 

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