Il peso della burocrazia minaccia lo sviluppo. Cosa ancora più avvertita dalla green economy, che nel cambio di paradigmi e modelli pone le fondamenta per la crescita del settore. Che siano rinnovabili, rifiuti, o gestione dell’acqua, le imprese chiedono di alleggerire lacci e lacciuoli che impediscono di trasformare problemi ed “emergenze ” in occasioni per l’economia.
Un filo rosso unisce riforma fiscale, investimenti in infrastrutture, abolizione del Sistri, semplificazione, revisione del sistema di incentivi. Sono i punti su cui si concentrano le proposte della Cna, la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa, per una riconversione dell’economia: “Le imprese aspettano risposte chiare e urgenti che il governo deve impegnarsi a dare “. Tra le misure più urgenti, secondo Cna, il prolungamento e la stabilizzazione delle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di efficienza energetica (il cosiddetto ecobonus), il rilancio di nuovi incentivi proporzionati sulla produzione di energia da fotovoltaico, “l’abolizione del Sistri e la definizione rapida di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, che non pesi economicamente sulle imprese e sui servizi “.
Il Ministro ha aperto ad alcune richieste degli artigiani dicendo che “una parte significativa delle preoccupazioni potrà venire accolta”, oltre che essere d’accordo sulla “riduzione della platea degli interessati” e su una “semplificazione normativa”. Il punto è che però Orlando non vuole “rinunciare alla tracciabilità”, ed “entro fine luglio” potrebbe esser pronto “un ulteriore pacchetto di proposte”.
Sull’acqua si gioca l’altra partita per il futuro del Paese. La depurazione e il sistema delle fogne – ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture Erasmo D’Angelis all’Assemblea nazionale sulle acque, in vista degli Stati generali della green economy 2013 – sono “oggi una vera emergenza. Il governo sta affrontando seriamente il problema – ha spiegato D’Angelis – e presto ci incontreremo con Regioni e aziende”. Quattro le proposte dell’Assemblea: piena attuazione alle direttive europee, risorse per le infrastrutture, miglioramento delle prestazioni ambientali, coinvolgimento dei cittadini. L’Italia è il Paese delle perdite di rete oltre il 35%, delle fogne che ancora mancano per il 15% degli italiani, dell’allarme depurazione per un italiano su tre, della carenza idrica soprattutto al sud.
“È necessario introdurre profonde innovazioni – dice Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – L’annuncio di un Piano da parte del ministro Orlando va nella giusta direzione”. Per D’Angelis servono “tre mosse” per il settore: “Stabilizzare la tariffa idrica, facilitare l’accesso al credito per gli investimenti, tornare ad avere risorse pubbliche”, insieme con gli hydrobond, anche grazie all’intervento della Cassa depositi e prestiti.
Tutto questo – conclude – è “green economy; tra lotta al dissesto idrogeologico e sicurezza idrica abbiamo bisogno di 100 miliardi in 20-30 anni, cioé ossigeno per l’occupazione, nell’ordine di 250.000 mila nuovi posti di lavoro”.
(Fonte: Ansa)
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