Il sistema sanzionatorio per la violazione delle imminenti, nuove norme sulla gestione dei rifiuti è spesso fuori delega e, «nel suo complesso viziato da un difetto di sistematicità che raggiunge a volte l’irragionevolezza»; altre volte, invece, è troppo lieve. Questo è, in estrema sintesi, il pesante giudizio che la commissione Giustizia del Senato ha espresso ieri con il parere sull’apparato sanzionatorio presente nello schema di decreto legislativo che il Governo ha predisposto per l’attuazione della direttiva 2008/98/Ce sui rifiuti e che modificherà sostanzialmente l’attuale parte quarta del Dlgs 152/2006 («Codice ambientale»). L’allarme vissuto sul fronte sanzionatorio dalle aziende italiane (si veda Il Sole 24 Ore del 10 aprile) è stato condiviso dal Senato che, nel parere, individua un eccesso di delega rispetto all’articolo 3, della Comunitaria 2009 che consente al Governo di prevedere sanzioni amministrative o penali solo per violazioni che non siano già previste o punite. Nello schema di decreto, invece, il Governo introduce sanzioni più pesanti per condotte già previste e punite. Nel solco dell’eccesso di delega il Senato colloca anche la previsione antiPmi (articolo 258, comma 3) che mantiene la riduzione delle sanzioni amministrative pecuniarie per chi vìola le norme su registri e formulari, ma abbassa la soglia dei dipendenti da 15 a 5. Il Senato vede poi con perplessità la moltiplicazione da venti a trenta volte delle sanzioni già previste per l’abbandono di rifiuti da parte del privato. Il parere suggerisce di aumentare la sanzione nel massimo e di contenere l’aumento nel minimo. Per quanto riguarda il Sistri sono poi eccessive le sanzioni proposte per la mancata iscrizione o per l’omesso pagamento nei termini del contributo annuale. Inoltre, è necessario chiarire che le sanzioni si applicano alle violazioni future, tenendo conto della offensività delle condotte e della necessità di prevedere regimi intermedi per rendere possibile l’adeguamento tecnico-amministrativo delle imprese al nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti. Su un unico punto il Senato è più severo del Governo, quando ritiene necessarie sanzioni più pesanti per gli errori nella scheda Sistri Area movimentazione (che resta anche cartacea), prendendo comunque a riferimento il volume dei rifiuti movimentati per graduare l’offensività della condotta.
Il Senato boccia le sanzioni della direttiva rifiuti
Codice ambientale – Per la commissione Giustizia misure troppo severe
Il Sole 24 OreLeggi anche
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