Gli incentivi puntano sulla ricerca

Fonte: Italia Oggi

Nuove agevolazioni e budget da 2 miliardi di euro per le imprese che investono in ricerca e sviluppo; i nuovi fondi saranno affiancati da un credito d’imposta che sosterrà l’assunzione di personale qualificato attraverso la copertura del 35% dei costi. E fino a un massimo di 200 mila euro ad azienda. E ancora, interventi a favore delle imprese che operano nelle zone terremotate e nuove misure ad hoc per contrastare le crisi industriali. Sono queste alcune delle misure per le imprese, previste dal decreto legge sviluppo, in vigore da oggi stesso. Il testo definitivo è stato pubblicato, col numero 83, sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale di oggi. Vediamo in dettaglio le novità introdotte dal provvedimento.

Le misure a sostegno della ricerca e sviluppo. Il decreto legge crescita introduce un nuovo regime di aiuti alla ricerca e sviluppo di competenza del Miur. Potranno beneficiare degli aiuti le imprese, le università, gli enti e gli organismi di ricerca, di tutto il territorio nazionale. I progetti di R&S potranno essere finanziati tramite: contributi a fondo perduto, credito agevolato, credito di imposta, nonché attraverso la prestazione di garanzie e agevolazioni fiscali. Un altro intervento che mira a incentivare le attività di R&S è la concessione di un credito di imposta del 35% per costi di assunzione di personale qualificato, fino a un massimo di 200 mila euro annui ad azienda. Saranno 25 milioni di euro i fondi destinati alla misura per il 2012, che saliranno a 50 milioni di euro l’anno dal 2013; le imprese si dovranno contendere queste risorse con click-day. Il bonus finanzierà il costo aziendale sostenuto per le assunzioni a tempo indeterminato di personale in possesso di un dottorato di ricerca universitario, oppure di laurea magistrale in ambito tecnico o scientifico. Il dl introduce inoltre l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese che operano nei seguenti settori della «green economy»: fonti rinnovabili, messa in sicurezza del territorio, delle infrastrutture, degli edifici, biocarburanti ed efficienza degli usi finali. I finanziamenti saranno concessi agli investimenti che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato di giovani con età non superiore a 35 anni. Infine il «Fondo per l’innovazione tecnologica» di cui all’art. 14 della legge 46/82, viene sostituito dal «Fondo per la crescita sostenibile», che erogherà incentivi tramite tre linee di intervento. La prima linea finanzierà la promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, la seconda linea riguarderà il rafforzamento della struttura produttiva, in particolare del Sud, il riutilizzo di impianti produttivi e il rilancio di aree che versano in situazioni di crisi tramite la sottoscrizione di accordi di programma. Infine, la terza è rivolta alla promozione della presenza internazionale delle imprese, all’attrazione di investimenti dall’estero e all’internazionalizzazione delle imprese italiane. Bonus fiscale, concessione di garanzia, contributo in conto capitale, contributo in conto interessi, oppure finanziamento agevolato, i possibili incentivi. Gli interventi saranno resi operativi con appositi bandi oppure direttive del ministero dello sviluppo economico.

Gli interventi a favore delle imprese in crisi. Il dl crescita introduce tre specifici interventi a sostegno delle imprese in crisi. Il primo di questi è la nascita dello strumento «Progetti di riconversione e riqualificazione in aree di crisi industriale complessa». Gli incentivi previsti dalla legge 181/89 saranno d’ora in avanti impiegati solo per questa nuova tipologia di progetti, finanziabili attraverso appositi accordi di programma. «La crisi industriale complessa» è definita come quella che, a seguito di istanza di riconoscimento della Regione interessata, riguarda uno specifico territorio soggetto a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale. Questa può derivare da una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione che hanno effetti sull’indotto, oppure da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio. Il secondo intervento consiste nella possibilità di sospendere per dodici mesi il pagamento della quota capitale delle rate con scadenza non successiva al 31 dicembre 2013, per i finanziamenti agevolati a valere sul Fondo per le agevolazioni alla ricerca (Far) e per quelli della legge 46/82 «Fondo per l’innovazione tecnologica». Il decreto legge precisa inoltre che la moratoria si applica anche alle iniziative nei cui confronti sia stata già adottata la revoca delle agevolazioni in ragione della morosità nella restituzione delle rate, purché il relativo credito non sia stato iscritto a ruolo, e determinando, in tal caso, modalità di restituzione graduali. Entro novanta giorni il Mise e il Miur con appositi decreti stabiliranno le condizioni per usufruire dell’agevolazione. Infine il terzo intervento prevede la cancellazione degli obblighi previsti dalla legge 488/92 e legge 215/92. Le imprese agevolate da queste leggi non saranno più tenute al rispetto degli obblighi derivanti dal calcolo degli indicatori utilizzati per la formazione delle graduatorie. Nel caso della legge 488/92 si tratta ad esempio di impegni presi nell’incrementare la base occupazionale dell’azienda o nell’acquisire una certificazione di tipo ambientale. Ciò non vale però nei casi in cui gli eventuali provvedimenti di revoca siano stati già adottati.

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