Disegno di legge sul consumo di suolo approvato in C.D.M.

Impedire che il suolo venga eccessivamente eroso e consumato dall’urbanizzazione e al contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione. È quello lo scopo finale del disegno di legge approvato sabato scorso dal Consiglio dei Ministri sul contenimento del consumo di suolo e sul riuso delle aree edificate che secondo il Ministro dell’ambiente, Andrea Orlando, è ”la via giusta per uno sviluppo urbano intelligente che eviti il collasso di un territorio come quello italiano già fortemente compromesso. Una normativa molto importante, che ho fortemente voluto e con cui si rende prioritario il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente”. 
In Italia ogni secondo otto metri quadrati di territorio vengono inghiottiti dal cemento, secondo i dati Ispra, e ogni cinque mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli. Un problema al quale il ddl vuole porre rimedio definendo ”un principio fondamentale”, quello appunto che non si può costruire il nuovo senza aver prima verificato di non poter riutilizzare quello che già esiste. ”La difesa dei nostri suoli – rileva dal canto suo il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo – non è la lotta all’edilizia. Al contrario con questo disegno legge introduciamo la priorità del riuso e della rigenerazione che consentirà il recupero di zone già edificate ma degradate. Mi auguro che l’iter di questa norma di civiltà sia il più rapido possibile, perché si tratta di un intervento che troppo a lungo è stato rinviato, ma che è indispensabile per consegnare un’Italia migliore alle nostre figlie e ai nostri figli”.  
L’intervento normativo approvato dal C.d.M. è infatti finalizzato, oltre che al contenimento del consumo del suolo,o anche alla valorizzazione del suolo non edificato, alla promozione dell’attività agricola che sullo stesso si svolge o potrebbe svolgersi. E il suolo diventa una ”risorsa da tutelare anche ai fini di prevenire rischi idrogeologici”. Secondo il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray, inoltre, ”regolare il consumo del suolo rilancerà il turismo, tutelando la bellezza del paesaggio”. 
Dal punto di vista pratico, il d.d.l. stabilisce innanzitutto la definizione di ”superficie agricola”, nella quale sono ricompresi i terreni qualificati agricoli dagli strumenti urbanistici indipendentemente dalla loro destinazione, e quella di ”consumo del suolo” (ogni riduzione di superficie agricola per effetto di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all’attività agricola). 
Con un decreto del Ministro delle politiche agricole, d’intesa con i ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, verrà poi stabilito il limite massimo di superficie agricola consumabile sul territorio nazionale e verrà istituito un comitato di sette membri che monitorerà il consumo di superficie agricola sul territorio nazionale e ogni 31 dicembre stilerà un rapporto sul consumo nazionale. 
Il d.d.l. affida inoltre ai comuni l’onere di censire, entro un anno dall’entrata le aree edificate ma inutilizzate o suscettibili di recupero e di tenere un apposito registro. 
Il disegno di legge, infine, oltre a introdurre il ”divieto di utilizzo per uno scopo diverso da quello agricolo, per almeno cinque anni dall’ultima erogazione, dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti di Stato o di aiuti comunitari”, stabilisce misure per incentivare il recupero del patrimonio edilizio rurale e la destinazione delle sanzioni anche per interventi ai fini della messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico.

(Fonte: Ansa)

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