ROMA – Boom occupazionale in Italia nel settore delle fonti rinnovabili da qui ai prossimi dieci anni: dei 102.700 posti di lavoro stimati per tutte le fonti, 99.300 sono tutti nel settore delle energie ‘pulite’, e solo 3.000 quelli per le fonti tradizionali. L’eolico la fa da padrone: sulla nuova forza lavoro, infatti, il 50% è per il vento. Questi alcuni dati contenuti nella ricerca ‘Le ricadute economiche e occupazionali degli scenari di produzione elettrica al 2020 in Italia’ che verrà presentata domani in un convegno da Cnel e Fondazione per lo sviluppo sostenibile, di cui è presidente l’ex ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi. Per quanto riguarda l’eolico, secondo quanto anticipato all’ ANSA dal segretario generale dell’Associazione nazionale energia del vento (Anev), Simone Togni, “da qui al 2020, l’anno fissato dall’Ue per gli impegni sugli obiettivi energetici del pacchetto clima, saranno 41.500 i nuovi posti di lavoro con una parte rilevante dell’occupazione che resterà per un lungo periodo tra manutenzione e gestione”. Sul fronte del valore degli investimenti, come risulta dalla ricerca, il totale sulle energie è di 5,7 miliardi di euro di cui 5,4 dalle rinnovabili e di questi, il 40% dall’eolico (2,3 miliardi). Altro dato di rilievo, come ha sottolineato Togni anche oggi nell’audizione annuale all’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica e il gas), è, che nel 2009, “l’industria italiana dell’eolico è riuscita a creare un comparto produttivo tale da risultare esportatore di tecnologia prodotta sul territorio italiano, di servizi oltre che di componentistica da aziende nazionali”.
Da rinnovabili 99.300 posti al 2020, 3.000 da altre fonti
Eolico 50% della nuova forza lavoro
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