Credito d’imposta senza tetto di spesa

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Fare del credito d’imposta la leva del rilancio per l’innovazione italiana. È uno degli obiettivi più ambiziosi che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è posto con il decreto sviluppo. E che sembra confermato dalla scelta di non fissare un plafond per le risorse destinate a rimborsare al 90% i nuovi investimenti in ricerca delle imprese di casa nostra. Il testo dell’articolo 1 del Dl lo lasciava intuire visto che non è indicato alcun tetto ai fondi a disposizione. Ma la relazione tecnica lo preciserà ancora meglio. In primo luogo, chiarendo che le aziende disposte a puntare su atenei ed enti di ricerca potranno inizialmente contare sui 100 milioni del bonus previsto dalla scorsa legge di stabilità e mai attuato. Proprio questo significa la formula «le disposizioni del presente articolo assorbono il credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo di cui al comma 25 dell’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010, n. 220» adoperata al comma 4. Al tempo stesso verrà spiegato che un limite di spesa volontariamente non c’è. Gli oneri attesi andranno individuati di volta in volta dal Mef. Una volta esauriti i 100 milioni iniziali – che serviranno a rimborsare in tre quote annuali a decorrere dal 2011 e 2012 l’importo percentuale che eccede la media degli investimenti in ricerca effettuati nel triennio 2008-2010 – si provvederà a reperirne altri con tagli lineari alle «spese rimodulabili» dei vari ministeri. Eccezion fatta per il fondo di finanziamento ordinario (Ffo) degli atenei, per il Fus e per le dotazioni destinate alla manutenzione dei beni culturali. In pratica, a Via XX Settembre s’immaginano questo strumento come un rubinetto sempre aperto per le motivate esigenze delle imprese. Pronto a scommettere sulla bontà della ricetta dell’Esecutivo è Maurizio Sacconi. Intervenendo a Latina all’inaugurazione dello stabilimento del gruppo farmaceutico Janssen, il ministro del Lavoro ha dichiarato: «Col credito d’imposta che copre il 90% delle spese dell’industria per ricerche in collaborazione con le università abbiamo dato un impulso importantissimo al settore della ricerca. Mentre sull’occupazione – ha aggiunto – è fondamentale l’impiego dei nuovi contratti di apprendistato, in particolare dei dottorati di ricerca che l’industria può realizzare d’intesa con le università».

IL BONUS
La misura L’articolo 1 del Dl sviluppo prevede un credito d’imposta del 90% sui nuovi investimenti in ricerca realizzati dalle imprese negli atenei e negli enti pubblici. Il bonus potrà essere ottenuto in tre rate annuali a partire dal 2011 e 2012, andrà indicato in dichiarazione dei redditi e non concorrerà alla formazione della base imponibile Irap. Le risorse Si parte con i 100 milioni previsti dalla scorsa legge di stabilità per un altro bonus ricerca mai attuato. Il resto arriverà da tagli lineari alle «spese rimodulabili» dei ministeri.

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