Un tetto ai nuovi ingressi per i segretari comunali

Fonte: Il Sole 24 Ore del lunedì

Una disposizione a sorpresa che si ritrova nella bozza del decreto spending review riguarda i segretari comunali laddove si prevede (all’articolo 14 comma 6 del Dl 95/2012) che: «A decorrere dal 2012 le assunzioni dei segretari comunali e provinciali sono autorizzate con le modalità di cui all’articolo 66, comma 10, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 per un numero di unità non superiore all’80 per cento a quelle cessate dal servizio nel corso dell’anno precedente».
Si tratta di fatto di una norma che limita il turn over dei segretari nella misura dell’ottanta per cento, norma che si ricollega a quelle in materia di personale statale .
Una norma tuttavia che, se convertita in legge, avrà effetti sia a breve che a lungo termine sulla categoria ma anche sull’organizzazione degli enti locali .
A breve termine, la disposizione andando a limitare la possibilità di scelta dei sindaci non potrà che determinare un ampliamento delle convenzioni di segreteria già esistenti. Convenzioni che, spesso costituite da tre o quattro comuni, già oggi con enorme difficoltà assicurano un servizio ottimale ed efficiente anche se tale forma associativa comunque per sua natura non può consentire di ovviare alla carenza ormai atavica della figura in determinate aree del territorio nazionale.
A lungo termine la norma sancisce, di fatto, la configurazione della categoria dei segretari, come categoria ad esaurimento con la conseguenza che per gli enti locali si porrà, quanto prima, il problema del vertice organizzativo atteso che la dotazione dei segretari, via via, sarà sempre più numericamente insufficiente a garantire il servizio.
Questa scelta, infine, appare in contrasto con la rivalutazione della figura del segretario che sembrava emergere dal disegno di legge anti-corruzione recentemente licenziato dalla Camera che attribuisce maggiori funzioni ai segretari.
In realtà, a ben vedere, la scelta di ridurre il turn over dei segretari comunali si spiega con il collegamento con la disciplina sempre prevista dal decreto sulla spending review.
Il decreto legge sempre in materia di gestioni associate, sostanzialmente lascia presagire un’aumento delle unioni e delle convenzioni che di fatto determinerà una riduzione di sedi di segreteria, almeno quelle singole, nei piccoli comuni.
Questo nonostante sia noto che le convenzioni di segreteria sono oggetto di disciplina speciale che deve essere derogata espressamente dalla normativa generale.

L’operazione

01 | IL TAGLIO
Già da quest’anno il decreto sulla spending review n. 2 (Dl 95/2012)
ha messo un tetto alle assunzioni di segretari comunali.
I nuovi ingressi non devono superare l’80% di quelli fuoriusciti nell’anno precedente

02 | GLI EFFETTI
A breve termine i sindaci saranno spinti ad ampliare il ricorso alle convenzioni di segreteria già esistenti, di solito costituite
fra tre-quattro comuni.
A lungo andare potrebbero sorgere problemi nel reperimento di questa figura professionale

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