Tutti i comuni potrebbero violare il Patto di stabilità

“Siamo pronti a non morire d’inerzia. E per i comuni è possibile qualsiasi tipo di manifestazione, compresa la violazione collettiva del Patto di stabilità per alcuni settori”: lo ha affermato, a margine della assemblea dei comuni lombardi che si è tenuta a Milano lo scorso 4 aprile, il Presidente dell’Anci Graziano Delrio. L’Associazione dei comuni, spiega, chiede che “vengano corrette alcune storture sull’Imu” anche per “ridare ordine e serenità alle nostre comunità”. Altrimenti, la mobilitazione, invocata da più parti nel corso della assemblea milanese, è pronta. Anzi, ha ricordato Delrio, “siamo già mobilitati. Abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio per aprire dei tavoli su Imu, Patto di stabilità e autonomia organizzativa. Qualche risposta c’è, ma ora attendiamo il passaggio del decreto fiscale alla Camera per vedere le risposte definitive”.
Intervenendo in Assemblea, Delrio ha ricordato che nel corso degli ultimi anni i comuni hanno risparmiato 13 miliardi. “Peccato – ha rilevato – che nello stesso periodo la spesa dello Stato centrale sia aumentata. Per questo mi capita spesso di litigare se mi si fa la predica sul rigore. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Altri, invece, no”. “I sindaci – ha aggiunto – non hanno bisogno di prediche: hanno bisogno di essere uniti e di essere vicini a tutti quegli amministratori locali, come il sindaco di Monasterace, di Isola Capo Rizzuto o ai tanti amministratori sardi che vivono un clima di intimidazione e di violenza. Dobbiamo tutti testimoniare che essi rappresentano appieno lo Stato e devono poter operare per le loro comunità. Perché se un cittadino si sente curato dalla istituzioni a lui più prossime, esso restituirà questa attenzione in termini di rispetto della legalità”.
“I comuni sono istituzioni responsabili – ha detto ancora Delrio – e gli amministratori locali sanno di avere sulle spalle il peso della rinascita del Paese. Sanno di non poterselo scrollare di dosso per rispetto verso i propri cittadini, ma sanno anche di non avere nessuno a cui rivolgersi per dire ‘pensaci tu’. Vogliono quindi salire sul ring e combattere per conto dei propri cittadini, ma non accetteranno più che qualcuno li metta nella condizione, come è accaduto, di combattere con le mani legate dietro alla schiena”. “Stiamo attendendo risposte alle tre questioni che abbiamo posto: Imu, Patto di stabilità e autonomia organizzativa – ha concluso il Presidente Anci – . Se queste non arriveranno, decideremo di fare a modo nostro, perché nessuno può sapere meglio di noi quali sono le ariosità dei nostri territori, o quali regole abbiano maggiore dignità di altre”.

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