I numeri, dunque. Fino a oggi, secondo gli ultimi dati della Protezione civile, sono arrivati gli esiti di 92.058 controlli sulle abitazioni private nei più dei 300 comuni del cratere. I centri colpiti direttamente dal sisma sono 131, di cui 52 hanno zone rosse, cioè completamente e parzialmente inaccessibili. Siamo a circa un terzo del valore totale, visto che secondo le stime dell’Anci le case a rischio dopo i due terremoti sono circa 300mila. “Possiamo dire che circa la metà sono lesionate”. 150mila, quindi. A un terzo del lavoro, le case agibili sono 47.105; sono invece 32.150 quelle completamente inagibili e 12.332 quelle che al momento non possono essere abitate perché hanno bisogno di lavori o per “motivi esterni”: per esempio la casa accanto che rischia di crollare o la strada che non è in sicurezza.
“Le case verificate a oggi con sforzi immani – spiega ancora Curcio – sono poco più di centomila. Sono numeri mai visti. A L’Aquila i controlli erano stati 75mila, nel terremoto del Veneto-Emilia Romagna ci eravamo fermati a 42mila”. La severità dei numeri non racconta però a fondo il disastro quotidiano degli almeno centomila terremotati….
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