Tanto rumore per nulla: il governo accantona la proposta Ichino

Fonte: Italia Oggi

Tanto rumore per nulla sulla riforma del lavoro? La domanda non è né retorica né peregrina. Ieri sono continuati gli incontri del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, con i sindacati: la scorsa settimana c’è stato il colloquio con il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ieri quelli con i leader della Cisl e della Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, oggi la Fornero vedrà l’Ugl di Giovanni Centrella e mercoledì i vertici di Confindustria.
Nei primi giorni di attività del governo, specie dopo il discorso d’insediamento del premier Mario Monti alle Camere, gli osservatori erano pressoché certi: il progetto del tecnogoverno sostenuto da Pdl, Terzo polo e Pd coincideva sostanziamente con quello del giuslavorista e senatore del Pd, Pietro Ichino. Ovvero: per i nuovi assunti si prevede un contratto a tempo indeterminato con il superamento dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori; quindi in caso di licenziamento non scatterà più il reintegro senza giusta causa o giustificato motivo ma il risarcimento economico. In altri termini un contratto con maggiore flessibilità in uscita, come suggerito anche dalle multinazionali estere in Italia rappresentate dal comitato investitori esteri presieduto da Giuseppe Recchi, ex capo per l’Europa del Sud di General Electric e ora presidente dell’Eni. Con circa 80 deputati anche del Pd che avevano firmato il disegno di legge di Ichino, con il Terzo polo pronto a sostenere il progetto riformatore e la non ostilità mostrata da Silvio Berlusconi, anche anzi da premier aveva lodato le idee di Ichino, il progetto del senatore riformista sembrava prevalere. Passano i giorni e le sicurezze degli osservatori si modificano. Innanzitutto si scopre che la Fornero, quando era ancora economista a Torino, propendeva per il progetto presentato dagli economisti liberal Tito Boeri e Pietro Garibaldi. Il progetto di contratto unico alla Boeri-Garibaldi, a differenza di quello Ichino, sospende l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori soltanto nei primi tre anni del contratto a tempo indeterminato per i nuovi assunti. Sull’ipotesi Boeri-Garibaldi convergono anche larghi settori del Pd vicini alla Cgil. Non è un caso che tra i primi firmatari del progetto di legge che si ispira al contratto unico alla Boeri-Garibaldi ci sia Paolo Nerozzi, in passato dirigente dei chimici della Cgil, poi segretario confederale del sindacato di Corso Italia e infine molto vicino all’ex segretario Cgil, Guglielmo Epifani. Tra l’altro sulla soluzione di Nerozzi si è dichiarato favorevole lo stesso Ichino lo scorso fine settimana.
Ma negli ultimi giorni si sta facendo largo nel partito capeggiato da Pier Luigi Bersani un altro progetto di legge per riformare il lavoro. È quello presentato dal deputato del Pd, ed ex ministro diessino del Lavoro, Cesare Damiano. Il progetto del torinese Damiano, ex compagno di liceo della torinese Fornero, per i riformatori più audaci alla Ichino ha portata ancor meno innovativa, mentre è considerato meno dirompente del progetto Ichino dalla parte progressista che abbraccia larghi settori del Pd e che trova accoglienza anche nella confederazione capitanata da Camusso. La proposta di legge Damiano prevede una sorta di contratto di inserimento formativo con una prima fase, che dura tre anni per l’abilitazione al lavoro, in cui il rapporto contrattuale è sempre rescindibile con il preavviso. In queste ore la segreteria del Pd sta mettendo a punto una proposta di riforma del mercato del lavoro, sintesi di alcuni dei disegni di legge presentati in parlamento da esponenti del Partito democratico. La piattaforma sarà presentata a una riunione del forum Lavoro del partito convocata per giovedì prossimo alla Camera. Il documento è stato preparato dal dipartimento Lavoro del Pd, guidato da Stefano Fassina, sulla base della posizione approvata all’unanimità dall’assemblea nazionale nazionale di Roma prima e alla conferenza di Genova sul lavoro poi. La proposta del Pd fa riferimento ai disegni di legge Damiano e Nerozzi. Nessun accenno alla flexsecurity cara a Ichino.

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