Tagli ridotti se si lotta contro i falsi invalidi

Fonte: Italia Oggi

Risorse statali con tagli dolorosissimi per regioni, province e comuni, ma basterà dimostrare di voler seriamente intraprendere la lotta ai falsi invalidi, di rispettare i vincoli imposti dal Patto di stabilità ovvero di rispettare la spesa del personale, per sperare di poter successivamente limitare i danni. Proroga di un anno per i comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti che devono liquidare o cedere le partecipazioni delle società possedute. Per i comuni sarà gratis e interamente accessibile, la nuova anagrafe immobiliare integrata che partirà dal prossimo primo gennaio. Queste alcune delle novità emerse dalla lettura degli emendamenti approvati in commissione bilancio al Senato durante la maratona notturna di venerdì scorso e che interessano gli enti locali.

TAGLI A MAN BASSA – Per regioni, province e comuni, le prospettive non sono certo rosee, all’orizzonte c’è sempre la scure delle riduzioni delle risorse statali. Per esempio, il testo originario della manovra straordinaria ha infatti previsto una riduzione per le regioni a statuto ordinario di 4.000 milioni di euro a partire dal 2011. L’emendamento del relatore Azzollini non tocca questi saldi, però rimanda a dei criteri su come operare questi tagli che saranno stabiliti dalla Conferenza stato-regioni entro novanta giorni dal varo della legge definitiva di conversione. In pratica, i tagli non saranno uniformi per tutti, ma potranno essere variabili per singola regione e saranno adottati secondo principi che tengano conto dell’adozione di misure idonee ad assicurare il Patto di stabilità, una riduzione della spesa corrente per il personale e l’adozione di misure di contenimento della spesa sanitaria e del fenomeno dei cosiddetti «falsi invalidi». Per le province, invece, si tratta di una riduzione di trasferimenti che dal prossimo anno ammonteranno a 300 milioni per stabilizzarsi, a regime, a 500. Per gli enti locali con popolazione superiore a 5.000 abitanti, il Viminale opererà una riduzione di 1.500 milioni dal 2011 e 2,5 milioni dal 2012. Per le province e comuni, la speranza sta nella fissazione di criteri di riduzione (dei tagli) che tengano conto del rispetto del patto di stabilità, della riduzione della spesa di personale e «dal conseguimento di adeguati indici di autonomia finanziaria».

ANAGRAFE IMMOBILIARE INTEGRATA – I comuni non sosterranno alcun costo per accedere alla nuova «Anagrafe immobiliare integrata», prevista dall’articolo 19 della manovra e che dovrà decollare dal prossimo 1.1.2011. A stabilirlo sarà un decreto del Mineconomia, che vedrà la luce entro sessanta giorni dalla data di conversione in legge del ddl. Inoltre, per garantire l’unitarietà del sistema informativo catastale nazionale, i comuni utilizzeranno le applicazioni informatiche e i sistemi di interscambio messi a disposizione dell’agenzia del territorio, «anche al fine di migliorare i dati catastali». A tal fine, si prevede la costituzione, presso la Conferenza stato-città, di un «organo paritetico di indirizzo sulle modalità di attuazioni e la qualità dei servizi assicurati dai comuni e dall’Agenzia del territorio». L’emendamento, a scanso di equivoci, precisa altresì che restano fermi i poteri di controllo dei comuni, in materia urbanistico-edilizia e l’applicabilità delle relative sanzioni.

ALTRI PROVVEDIMENTI – Via libera all’emendamento su Roma Capitale (si veda ItaliaOggi dell’8/7/2010) ove, tra l’altro, si prevede un patto di stabilità «concordato» anno dopo anno, tra amministrazione capitolina e Mineconomia e la possibilità di incrementare i canoni degli impianti pubblicitari fino al 50%. Inoltre, operando una modifica al comma 32 dell’articolo 14, si concede un anno in più di tempo (fino al 31/12/2011) alle amministrazioni locali, per poter liquidare o cedere la propria partecipazione in società. Il predetto termine, precisa l’emendamento, vale sia per gli enti locali con popolazione inferiore a 30.000 abitanti (che non potranno detenere alcuna società), che per i comuni tra 30.000 e 50.000 abitanti, i quali potranno detenere un’unica società e cedere o liquidare le restanti.

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