Sicurezza Urbana, l’ok del Senato al decreto: i contenuti in sintesi

Il Senato ha votato ieri la fiducia posta dal Governo sul Decreto Sicurezza Urbana (d.l. 20 febbraio 2017, n. 14). I voti favorevoli sono stati 141, quelli contrari 97 e gli astenuti 2. Il provvedimento era stato già approvato dalla Camera (ora approvato in via definitiva dal Senato senza modifiche rispetto alla Camera) e diventa ora legge dello Stato. Il testo approvato dal Governo punta a un maggior coinvolgimento dei Sindaci in materia di sicurezza e anche maggiori poteri. Viene ampliata, infatti, la possibilità di intervento con ordinanza. Fuori dal Parlamento, il decreto non piace ad un ampio schieramento di associazioni, di cui si è fatto portavoce lo scrittore Roberto Saviano: “Sembra pensato per punire il disagio sociale”.

>> CONSULTA IL TESTO APPROVATO (DDL n. 2754).

Ecco le novità in esso contenute in sintesi:

Nuove misure per la polizia locale (che si vede riconosciuto l’equo indennizzo, ma non la pensione privilegiata) e per la polizia (che porta a casa la reintroduzione dell’arresto con flagranza differita, non più circoscritta alle violenze allo stadio ma anche per le manifestazioni di piazza).

Viene allargato il turn over, sempre per la polizia municipale (richiesta, arrivata dall’ANCI) e inasprite le sanzioni per i parcheggiatori abusivi (senza arrivare al carcere). Non arriva, invece, il numero identificativo sulle divise della polizia. Per esempio si prevede che il Sindaco possa adottare ordinanze contingibili e urgenti anche al fine di superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.

Via libera ai Comuni in regola con i saldi di finanza pubblica di assumere personale di polizia locale già nel 2017 in sostituzione di quello cessato dal servizio. In particolare, si consente ai Comuni di assumere personale di polizia locale a tempo indeterminato nel limite di un contingente corrispondente all’80% della spesa relativa allo stesso personale cessato nell’anno precedente per il 2017 e 100% per il 2018. Rimane l’obbligo di non superare il tetto della spesa di personale stabilito dalla normativa in vigore. Con l’intervento, in sostanza si consente di anticipare dal 2019 al 2017 il ritorno alla disciplina prevista a regime nel 2014 e sospesa per il triennio 2016-18. L’intervento non comporta nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, ma “solo una mera ricomposizione tra le voci di spesa dei bilanci degli enti sottoposti agli obiettivi del pareggio di bilancio”, spiega la relazione tecnica.

Ok all’equo indennizzo per la polizia municipale così come al rimborso delle spese di degenza per causa di servizio. La modifica approvata prevede l’allargamento dei benefici alla municipale dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, ma non la pensione privilegiata. Gli oneri previsti sono stabiliti in 2,5 milioni l’anno dal 2017.

Per l’istallazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei Comuni è autorizzata la spesa di 7 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 per ciascuno degli anni 2018 e 2019. Sarà un decreto del ministero dell’Interno, di concerto con il Mef, a definire le modalità presentazione delle richieste da parte dei Comuni interessati e i criteri di ripartizione delle risorse.

Ok anche a misure per favorire la diffusione di telecamere di sorveglianza innovative prevedendo benefici fiscali per chi si fa carico dell’investimento. La norma stabilisce che i Comuni possano deliberare detrazioni IMU o TASI per categorie specifiche che si fanno carico dell’investimento. La categorie sono le seguenti: enti gestori di edilizia residenziale, amministratori di condomini, imprese, anche individuali, dotate di almeno dieci impianti, nonché‚ associazioni di categoria ovvero consorzi o comitati costituiti fra imprese, professionisti o residenti.

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Consulta il Dossier Servizio Studi del Senato 20 marzo 2017.

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