Segnalazione di illeciti e tutela del dipendente pubblico: l’’Italia investe nel whistleblowing

Sono stati presentati alla stampa, nella giornata di ieri presso la sede dell’ANAC, il primo monitoraggio italiano sul whistleblowing ed il prototipo di una applicazione per la gestione delle segnalazioni di illeciti.

A distanza di più di 3 anni dall’adozione della norma che tutela il dipendente pubblico che segnala illeciti (Legge Severino) l’Autorità Anticorruzione ha realizzato un monitoraggio sullo stato dell’arte del whistleblowing in Italia per conoscere il suo stato di applicazione ed apprezzare quanto l’istituto sia effettivamente avvertito come misura di prevenzione della corruzione.

Il monitoraggio è stato effettuato sia sulle segnalazioni giunte all’ANAC al 31 maggio 2016, sia quelle ricevute da un campione significativo di 34 pubbliche amministrazioni e 6 società partecipate, al fine di individuare alcune caratteristiche del segnalante italiano, la tipologia di condotte illecite denunciate e gli esiti dalle stesse scaturiti.

Risulta l’Agenzia delle Entrate l’amministrazione più attiva nel whistleblowing. Dall’Agenzia è arrivato il 72% delle 216 segnalazioni totali attivate fino al 31 dicembre scorso: aggiornando i dati al maggio 2016, invece, le segnalazioni totali sono arrivate a quota 299. La mole più ampia, insomma, si concentra intorno alle Entrate, ma va rilevato anche un altro dato. In nove casi su dieci la fonte è anonima, e può essere quindi rappresentata anche da contribuenti e utenti che inciampano in problemi nel rapporto con l’amministrazione finanziaria: una variabile, questa, che ovviamente non si incontra nei ministeri e in altre amministrazioni dello Stato. Tra i Comuni, invece, il primato delle segnalazioni è a Roma (28), seguito da Palermo (21) e Milano (13).

Gli oggetti delle segnalazioni rientrano in un ampio raggio rappresentato da molteplici tipologie tematiche, muovendosi tra la consegna di denaro al fine di ottenere un diritto alle false timbrature o alle consulenze o promozioni illegittime. “Il presupposto del whistleblowing – chiarisce il presidente dell’ANAC Raffaele Cantone rispondendo coloro che hanno criticatol’istituto del whistleblowing – non è la corruzione penale ma il rispetto delle norme amministrative, e la sua prospettiva non è l’indagine ma la prevenzione”. Per questa ragione il meccanismo si configura “utile, ma è indispensabile una normativa che lo renda più efficace”.

– Scarica qui il documento ANAC presentato ieri.
– Il documento di confronto denominato “Protezione del whistleblower nei Paesi OCSE – Confronto tra le legislazioni dei Paesi OCSE”.
– Il ruolo del Responsabile della Prevenzione nel whistleblowing.

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