Nella seduta del 17 settembre 2025, il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge n. 1146-B recante: “Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale” con cui si introduce la prima normativa nazionale che regola l’utilizzo e i limiti dell’intelligenza artificiale. Il provvedimento, prossimo alla pubblicazione, è composto da 28 articoli, articolati in 6 sezioni; sviscera i principi alla base di questo strumento e norma i diritti di chi ne usufruisce.
>> IL DOSSIER DEL SENATO CONTENENTE LE SCHEDE DI LETTURA RELATIVE A TUTTI GLI ARTICOLI DEL PROVVEDIMENTO;
>> CONSULTA IL TESTO DEFINITIVO DEL DDL.
Indice
Articolo 14: l’AI nella Pubblica Amministrazione
Dei 28 articoli, uno in particolare vede come protagonista il settore della Pubblica Amministrazione. L’AI, volente o dolente, è entrata a far parte degli uffici del pubblico impiego, e la legge vuole tutelare i dipendenti normando l’utilizzo che possono farne per destreggiarsi tra le pratiche con un valido alleato.
In primo luogo, l’articolo 14 specifica lo scopo che la PA deve avere nell’utilizzo dell’AI:
- Incremento della propria efficienza;
- Riduzione dei tempi di definizione dei procedimenti;
- Incremento della qualità e quantità dei servizi erogati.
Tracciabilità e conoscenza
Si ribadisce anche il ritornello inesauribile: l’AI funge come strumento di supporto ma (per fortuna o per sfortuna, chissà) non può sostituire l’ausilio dell’essere umano che rimane autore e responsabile della propria mansione. Ciò nonostante, i nuovi sistemi possono essere validi alleati nella gestione, organizzazione e fruizione delle informazioni: si prescrive, però, di assicurare agli interessati la conoscibilità del suo funzionamento e la tracciabilità del suo utilizzo. Infine, al comma 4 è posta una clausola di invarianza finanziaria.
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Guida pratica all’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione
L’Intelligenza Artificiale generativa è già entrata negli uffici pubblici, spesso in modo spontaneo e non regolato. Questo manuale offre alla Pubblica Amministrazione e a tutti i suoi addetti uno strumento operativo completo per affrontare le sfide portate da questa nuova tecnologia, evitando rischi e cogliendo tutte le opportunità.L’adozione dell’AI non può essere affidata al mero entusiasmo tecnologico né abbandonata alla frammentarietà di iniziative locali disconnesse. Al contrario, richiede una visione sistemica, una strategia di lungo periodo ed una leadership pubblica all’altezza della sfida. Ma, prima ancora delle soluzioni tecniche, serve un cambio di mentalità. Il futuro della PA digitale si costruirà sulla capacità di integrare l’innovazione senza rinunciare ai principi costituzionali e sarà plasmato quotidianamente da dirigenti, funzionari, tecnici e collaboratori che useranno la tecnologia non come fine, ma come mezzo per migliorare la qualità dell’azione amministrativa e rafforzare il legame fiduciario con i cittadini.Con un linguaggio chiaro e rigoroso, l’autrice guida enti, dirigenti, funzionari e responsabili digitali nell’adozione consapevole dell’AI, nel rispetto delle norme: AI Act, GDPR, Linee guida AgID.Il volume aiuta a:› capire cosa si può fare (e cosa no) con l’AI generativa› ridurre i tempi delle attività ripetitive senza compromettere legalità e trasparenza› formare il personale all’uso corretto degli strumenti AI› governare il cambiamento senza subirlo.Una guida indispensabile per una Pubblica Amministrazione moderna, competente, compliance e davvero digitale. Giovanna PanucciAvvocato esperto in privacy, protezione dei dati personali e intelligenza artificiale. DPO e AI Strategist, iscritta all’Albo dei Maestri della protezione dei dati & Data Protection Designer®, Founder di “Gladiatori Digitali”, la prima community italiana dedicata all’uso dell’AI generativa per professionisti, aziende e pubbliche amministrazioni e ideatrice del concetto di “Legal Prompting”, il prompt engineering per il mondo giuridico.
Giovanna Panucci | Maggioli Editore 2025
45.00 €
Come si può applicare l’AI nei settori più sensibili: sanità, lavoro e giustizia
Il secondo capo dei 6 che formano la legge si dedica a un delicato ambito di applicazione, fortemente discusso, dell’intelligenza artificiale: nel settore sanitario, i sistemi di AI potranno supportare diagnosi e terapie, e, anche qui, la parola “supportare” evidenzia il punto cardine della legge: niente, specialmente in ambiti così pericolosamente variabili, può sostituire la decisione umana; in questo caso, la decisione clinica che resta in capo al medico. Si ribadisce che è esplicitamente vietato ogni uso discriminatorio nell’accesso alle cure. La ricerca scientifica in campo medico e l’integrazione nei sistemi digitali sanitari sono incentivate, purché rispettose della riservatezza dei dati. Sul fronte del lavoro, la legge tutela i diritti dei dipendenti e istituisce un Osservatorio nazionale per monitorare l’impatto occupazionale dell’AI. Infine, nel settore giudiziario l’AI potrà essere utilizzata come supporto organizzativo e gestionale, e, di nuovo, mai in sostituzione del giudice.
>> PER APPROFONDIRE: Tutto quello che avreste voluto sapere sull’AI ma non avete mai osato chiedere.
L’AI avrà i suoi diritti d’autore?
Il diritto d’autore gode dello stesso ineludibile principio: la tutela ancorata al contributo umano. L’articolo 25 norma la tutela delle “opere dell’ingegno”: un’opera generata interamente da un sistema di AI non gode di protezione autonoma, mentre quelle realizzate con l’ausilio di algoritmi, ma sotto la direzione intellettuale di un autore, continuano a essere considerate opere protette. In parallelo viene inoltre consentita la riproduzione e l’estrazione da opere o da altri materiali contenuti in rete o in banche di dati cui si ha legittimamente accesso, effettuata tramite l’utilizzo di modelli e sistemi di intelligenza artificiale, compresi quelli generativi, in conformità a talune disposizioni della medesima legge n. 633 del 1941.
>> PER APPROFONDIRE: Intelligenza Artificiale nella PA: dalla sperimentazione spontanea alla strategia consapevole.
Un ambito che interessa a tutti: i dati personali
Uno scoglio importante, punto nevralgico attorno al quale gravitano tutti gli scettici: i dati personali. C’è chi crede che l’AI li rubi sotto i nostri occhi e che nulla può fermarla e chi teme così tanto la divulgazione delle proprie informazioni da non accettare più nessun cookie. La soluzione è nel mezzo ed è conoscere, il più possibile. La nuova legge stabilisce che l’AI deve garantire il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati personali e la compatibilità con le finalità per le quali sono stati raccolti, in conformità con il diritto dell’Unione europea. Le informazioni e le comunicazioni relative al trattamento dei dati connesse all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale non devono cadere nei tranelli del linguaggio contorto di cui soffre, spesso, anche la giurisprudenza: le informazioni devono essere rese con linguaggio chiaro e semplice, in modo da garantire all’utente la conoscibilità dei relativi rischi e il diritto di opporsi ai trattamenti autorizzati dei propri dati personali.
Il comma 4 della legge apporta una specifica disposizione volta a garantire l’accesso dei minori alle tecnologie di AI: l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale da parte dei minori di 14 anni annesso del trattamento dei loro dati personali richiede il consenso dei genitori o di chi ne fa legalmente le veci, nel rispetto di quanto previsto dal regolamento (UE) 2016/679 e dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al d.lgs. n. 196/2003. Al di sopra dei 14 anni, i minori possono accettare il consenso al trattamento dei dati personali connessi all’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale in autonomia.
>> IL TESTO DEL DDL APPROVATO.




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