Certificazioni e controlli
Difatti, per garantire nel mese di gennaio 2022 la maggiore retribuzione richiesta dai sindacati, almeno per quanto concerne Funzioni Centrali e Sanità, bisognerebbe sottoscrivere il contratto entro il 20 dicembre. Tuttavia, prima di raggiungere questa fase, è necessario anzitutto elaborare l’atto di indirizzo, ovvero i principi che dovrebbero informare i negoziati. Ad esempio, per quanto concerne l’atto di indirizzo di Regioni e Sanità, il Governo ha a disposizione 20 giorni per accertare la compatibilità delle disposizioni con la politica economica adottata. Seguono poi le trattative e la successiva ipotesi di accordo, che a sua volta deve superare i controlli dei comitati di settore e della Ragioneria Generale dello Stato e ottenere la certificazione della Corte dei conti. Una volta raggiunta questa fase, l’accordo potrà essere finalmente sottoscritto. In genere per ultimare questo processo sono necessari almeno 2 mesi.
La spesa pubblica
Intanto giovedì 15 aprile è stato siglato l’accordo quadro sui comparti, già orientato verso un rinvio di tre mesi per i Dirigenti. Si cerca comunque di imprimere ai negoziati un ritmo ben diverso; a tal fine l’atto di indirizzo per le Funzioni Centrali dovrebbe a breve ricevere l’approvazione del MEF, mentre il titolare del Dicastero di Palazzo Vidoni Brunetta lavora a ritmi serrati per accelerare le trattative riguardanti anche gli altri comparti. Restano ad ogni modo le previsioni riportate nel Def circa la contrattazione e la spesa per gli stupendi pubblici: per il 2021 saranno erogati 176,5 miliardi, mentre nel 2022 si dovrebbe toccare quota 186 miliardi, ammontare comprensivo anche dell’elargizione degli arretrati.
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