L’inchiesta annuale realizzata da FPA, la società del Gruppo Digital 360, che da 26 anni favorisce l’incontro e la collaborazione tra Pubblica Amministrazione, imprese, mondo della ricerca e società civile, attraverso servizi di comunicazione, relazioni pubbliche, eventi, manifestazioni, ha intervistato gli stessi gli stessi dipendenti della Pubblica Amministrazione italiana: questi ultimi affermano che negli ultimi 5 anni la burocrazia è cresciuta. Di fatto essa si configura come un “atto di difesa” per il 62% del campione che ha partecipato all’inchiesta.
La lotta alla burocrazia difensiva: l’inchiesta annuale di FPA
La burocrazia difensiva, come si legge nel report contenente l’inchiesta, si configura come quell’atteggiamento, comunissimo tra i dipendenti pubblici, per cui è solo non facendo che si evitano rischi. Dal punto di vista dei dipendenti pubblici, le nuove procedure per la semplificazione dei processi nella Pubblica Amministrazione non sempre sono riuscite a semplificare, anzi, alcune sembrano aver aumentato la complessità. In particolare, la complessità è aumentata per le misure anticorruzione (62,9%), le modalità di formalizzazione di contratti e incarichi (52,9%) e le nuove procedure d’acquisto (50,7%).
Semplificazione e sfoltimento di norme
Secondo il 67% degli intervistati, inoltre, la causa principale del rallentamento dell’azione amministrativa va ricercato nell’eccessiva produzione di norme che si sovrappongono e generano “confusione e disorientamento”, tanto che per chi lavora nella PA è difficile comprendere il senso strategico del proprio lavoro (45,3%). Ciò comporta mancanza di motivazione per i lavoratori e anche un aumento della complessità delle procedure.
Le soluzioni suggerite dai dipendenti pubblici
Tra le soluzioni suggerite dai dipendenti stessi per uscire da questo tunnel si allineano: scelta di dirigenti capaci basata sul merito e non sulla politica (ad affermarlo è il 50,7% del campione), sfoltimento delle norme (43,5%), maggiore digitalizzazione (41,9%).
Alla domanda “Come ne usciamo?”, i dipendenti pubblici hanno espresso queste risposte:
- Ripartire dalle persone: quelle che ci sono – rimotivandole, formandole, supportandole a riacquistare il senso del loro essere dipendenti pubblici e protagonisti dello sviluppo economico e sociale del paese; quelle che ci saranno: adoperando criteri nuovi di selezione, ricreando intorno al “posto di lavoro pubblico” un appeal e un dinamismo capace di attirare i migliori e di farli crescere.
- Ripensare l’organizzazione con coraggio, andando verso un sistema organizzativo flessibile, con responsabilità ed obiettivi chiari.
- Snellire le norme, una a una, scioglierne i nodi e risolverne sovrapposizioni e contraddizioni.
- Ricreare un clima di fiducia, una logica, ricucendo i tagli che hanno portato a una contrapposizione difensiva tra tutti gli attori in gioco: la politica vs. l’amministrazione, i cittadini e le imprese vs. tutti, i dirigenti vs. i funzionari
- Riaccendere i fari e riallineare le bussole sugli obiettivi di sviluppo e non sugli adempimenti.
- E, infine, digitalizzare!
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