Profughi in tutte le regioni

Tutte le regioni italiane accoglieranno i profughi che dovessero arrivare dal Nord Africa, con un criterio basato sul numero degli abitanti. Il Ministro dell’interno, Roberto Maroni, ha incassato il via libera dopo la riunione operativa al Viminale con i rappresentanti di regioni, province e comuni. “Si tratta di un piano d’emergenza – ha spiegato il ministro – che prevede la distribuzione fino a un numero massimo di 50mila profughi, una previsione che purtroppo temiamo essere molto realistica”. Maroni ha assicurato che tutte le regioni saranno coinvolte e che il criterio della distribuzione terrà conto anche della “forte pressione migratoria” sostenuta da alcune (Sicilia, Calabria e Puglia) e da “difficoltà di carattere umanitario” (l’Abruzzo terremotato). Il ministro ha ricordato che si tratta di “un notevole impegno di carattere finanziario ma proprio ieri il Consiglio dei ministri ha rifinanziato il fondo della Protezione civile con tutte le risorse necessarie a gestire l’emergenza facendo tutto quello che serve”.
Il ministro ha annunciato anche il potenziamento dello Sprar, lo speciale Sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati, “che potrà accogliere fino ad un decimo” dei 50mila profughi previsti, “un segmento importante che già coinvolge province e comuni”, “un sistema italiano di eccellenza”. Quanto al Villaggio della solidarietà di Mineo “nei prossimi giorni sarò a Catania per la firma di un Patto per la sicurezza che prevede, tra l’altro, il rafforzamento dei dispositivi di polizia e dei sistemi di videosorveglianza. Una volta completato il trasferimento dei rifugiati, procederemo con le attività di formazione e di insegnamento dell’italiano, vogliamo investire su una best practice da portare all’attenzione dell’Unione europea”.
Per Lampedusa, ha ricordato Maroni, il Consiglio dei Ministri “ha preso l’impegno, oltre che di intervenire per trasferire gli immigrati, di varare misure compensative per il forte disagio che gli isolani stanno soffrendo in conseguenza degli sbarchi”. Nell’isola la situazione “è particolare, quasi tutti gli sbarcati sono clandestini, ma nelle strutture sparse sul territorio, tutte sovraoccupate, sono già stati spostati 10mila immigrati. Stiamo cercando altri centri, è un’operazione in corso che però richiede un po’ di tempo anche perché la concentrazione di sbarchi, in così poche settimane, non ha precedenti”.

LE REAZIONI
“Il piano per l’emergenza umanitaria che riguarda immigrati e profughi “coinvolgerà tutte le regioni, per una cooperazione interistituzionale fra Governo, regioni, province e comuni, corrispondendo così all’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Opereremo tutti insieme per gestire questa emergenza, in una fase molto complessa”, ha commentato il governatore dell’Emilia-Romagna Vasco Errani, presidente della Conferenza delle regioni, al termine del vertice.
Mille profughi da accogliere ogni milione di abitanti, sarebbe, secondo il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, il criterio base proposto alle regioni dai tecnici del Viminale. “Alla Sicilia, che ha 5 milioni di abitanti, ne toccherebbero 5mila – ha spiegato Lombardo parlando con i cronisti al termine del tavolo tecnico con i rappresentanti degli enti locali – ma sarà valutata tutta una serie di correttivi rispetto ai problemi e alle situazioni delle singole regioni: il conto sarà pronto solo tra qualche giorno e ci sarà dato per quando torneremo ad incontrarci per ribadire la disponibilità, condivisa da tutti, ad affrontare l’eventuale emergenza umanitaria e nel rispetto di quanto ci ha chiesto il capo dello Stato”.
Le spese del piano del Ministero dell’interno per risolvere l’emergenza umanitaria ‘spalmando’ i migranti tra le varie regioni saranno coperte dal Governo con un fondo nel decreto milleproroghe e rifinanziando la Protezione civile con 500 milioni di euro, ha reso noto l’assessore alle politiche Sociali della Regione Liguria, Lorena Rambaudi, che ha partecipato all’incontro con Maroni. “La Regione Liguria come le altre regioni – dice Rambaudi – cercherà di svolgere un ruolo di coordinamento e di stretta collaborazione con Anci, Upi, le prefetture liguri, gli enti e le associazioni del territorio per l’emergenza umanitaria degli immigrati provenienti dal Nord Africa. Della riunione abbiamo apprezzato lo spirito di collaborazione per mettere in atto in tempi brevi un piano di azione adeguato”. “È stata una riunione politica, ma con un taglio operativo per avviare in tempi brevi un piano di azione concertato tra Governo, regioni e autonomie locali per l’accoglienza dei profughi stimati fino a 50 mila migranti, spiega la Rambaudi che non si sbilancia, però, sui numeri: “La proposta che il ministro dell’Interno presenterà a giorni terrà conto di una distribuzione tra le varie regioni in proporzione alla popolazione residente, ma con criteri diversi. Per esempio, la Sicilia, la Calabria e la Puglia si stanno già facendo carico di questo problema, mentre l’Abruzzo è ancora in emergenza per il terremoto dello scorso anno”. Aggiunge l’assessore ligure: “Uno dei temi sottolineati dagli enti presenti alla riunione è stato quello di implementare i progetti della rete Sprar, che si occupa delle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo, già attivati da molti comuni e province italiani per oltre 3 mila posti che potrebbero essere potenziati. Anche la Liguria nei territori di Genova e Savona fa parte di questo progetto con enti e associazioni del territorio, fra cui Caritas, Arci, Ceis, Ausilium ed Agorà”.
Non mancano tuttavia i distinguo. Come nel caso del Veneto, che “è disponibile ad accogliere eventuali profughi dalla Libia, in particolare rifugiati politici, ma non accetterà clandestini dal Maghreb, come quelli che stanno sbarcando in questi giorni nell’isola di Pantelleria”, come ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Zaia ha sottolineato che la Regione Veneto non ha strutture di accoglienza in grado di ospitare irregolari. È una delle Regioni, infatti, sprovviste di un Centro di identificazione e espulsione per immigrati clandestini e candidata ad averne presto uno nei piani del Viminale, insieme ad altre tre. “Siamo in attesa del piano ministeriale per eventuali profughi libici e ne chiederemo anche alcune correzioni, rispetto a quanto ci è stato anticipato. Ho già fatto conoscere alcuni limiti che sono dati, oltre che dalla mancanza di strutture, anche dalla circostanza che la Regione è stata colpita ripetutamente dalle alluvioni ed è ancora in fase di emergenza”.
“L’Umbria ha già avviato contatti con le rappresentanze regionali di Anci, Upi e Caritas per definire un piano di accoglienza dei profughi che eventualmente dovessero dalla Libia raggiungere il nostro Paese. Di fronte ad una emergenza umanitaria l’Umbria è dunque disponibile e pronta a fare la sua parte”, ha invece ribadito la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. “Al Ministro – ha aggiunto la presidente – ho voluto riconfermare la piena disponibilità della nostra regione a rapportarsi con il Governo in spirito di leale collaborazione istituzionale, soprattutto di fronte al rischio di una pesante emergenza umanitaria che potrebbe riguardare migliaia di cittadini libici in fuga dal loro Paese dove allo stato di rivolta interna si è aggiunto l’intervento militare della coalizione internazionale”.

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