Prevenzione dei fenomeni di corruzione e attuazione della trasparenza amministrativa

Le linee guida del protocollo di intesa in materia di legalità nella gestione della cosa pubblica siglato martedì scorso in mattinata al Viminale tra il Ministro dell’interno, Angelino Alfano, e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, rappresenteranno oltre che indicazioni più chiare ai prefetti sul territorio un fatto visibile per la “linea dura del governo contro la corruzione” (> il protocollo d’intesa)

“I corrotti da oggi si dovranno sottoporre alle stesse misure di prevenzione usate per i mafiosi e i prefetti dovranno usare le stesse linee per intervenire contro i corrotti così come lo si fa contro i beni dei mafiosi”, ha sottolineato ieri mattina il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Lo stesso Alfano ha sottolineato la serietà del provvedimento e i danni che possono essere provocati da una gara truccata definita “un attentato alle leggi del mercato in grado di alterare gli equilibri del mercato stesso che non è più regolatore nelle scelte delle migliori offerte”.

Gli obiettivi della politica di anticorruzione messa in atto dal governo, ha poi spiegato il responsabile del Viminale, sono fondamentalmente due: “Fermare in tempo i ladri e non toccare, nel contempo, le opere facendo quindi patire alle comunità lo scotto delle azioni del corrotto”. Secondo Alfano i protagonisti principali, con la sigla del protocollo, di questa lotta alla corruzione saranno in particolare i prefetti e gli enti locali con la partecipazione di autorità come il Ministero dell’interno e la stessa Anac. “La testimonianza questa – ha poi aggiunto Alfano – che la squadra-Stato c’è e si muove compatta anche in tema di prevenzione. Con il protocollo siglato oggi si potrà, quindi, intervenire su ogni singola commessa o contratto”.

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