Performance trasparenti

Arrivano le linee guida per regioni, enti locali ed amministrazioni del Servizio sanitario nazionale, nelle more dell’adeguamento degli ordinamenti degli enti territoriali ai principi contenuti nel decreto legislativo n. 150 del 2009, per la redazione del Piano della performance, previsto dall’articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. A metterle a punto la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit) che le ha diffuse ieri con la delibera n. 112/2010 (+ all. 1Carte di lavoro per redazione degli allegati tecnici + all. 2Termini e concetti chiave del Piano della performance), approvata nella seduta del 28 ottobre 2010. La delibera contiene istruzioni operative per la predisposizione del documento programmatico che dà avvio al ciclo di gestione della performance. Essa, si spiega nel preambolo, trova applicazione immediata per i ministeri, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, gli enti pubblici non economici nazionali e le agenzie fiscali (con esclusione dell’Agenzia del Demanio). Per le p.a. locali costituisce invece, come detto, una sorta di binario entro cui muoversi nelle more dell’adeguamento al dlgs 150/2009. La delibera si compone di due parti: una prima parte in cui vengono descritte finalità, contenuti e principi generali relativi al Piano e una seconda parte ove vengono fornite indicazioni operative e dettagliate circa la struttura del Piano, il contenuto minimo, il processo di traduzione del mandato politico in obiettivi, attraverso l’albero della performance, il processo di redazione del Piano e gli allegati tecnici del Piano. Alla delibera si accompagnano strumenti di supporto, contenenti esemplificazioni nazionali ed internazionali, la definizione di termini e concetti chiave, schemi di riferimento per la redazione degli allegati tecnici del Piano e materiali didattici relativi al Piano. Il Piano è lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance, un documento programmatico triennale in cui, in coerenza con le risorse assegnate, si legge nella nota, sono esplicitati gli obiettivi, gli indicatori ed i target. Il Piano definisce gli elementi fondamentali (obiettivi, indicatori e target) su cui si baserà poi la misurazione, la valutazione e la rendicontazione della performance. Lo scopo del Piano è quello di assicurare “la qualità, comprensibilità ed attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance”. Di particolare interesse nelle indicazioni fornite la costruzione del cosiddetto albero delle performance, una mappa logica che rappresenta, anche graficamente, i legami tra mandato istituzionale, missione, aree strategiche, obiettivi strategici e piani operativi (che individuano obiettivi operativi, azioni e risorse). In altri termini, si spiega nella delibera, tale mappa dimostra come gli obiettivi ai vari livelli e di diversa natura contribuiscano, all’interno di un disegno strategico complessivo coerente, al mandato istituzionale e alla missione. Secondo la logica dell’albero della performance, i piani operativi vanno selezionati tra una rosa di possibili alternative sulla base di un’analisi costi-benefici, di cui eventualmente si può dare evidenza in allegato soprattutto per gli interventi più rilevanti sotto il profilo economico-finanziario. La definizione dei piani operativi è svolta al termine della fase di individuazione degli obiettivi strategici e si connota per un taglio particolarmente tecnico. Ad ogni dirigente o responsabile di unità organizzativa possono essere assegnati uno o più obiettivi strategici e/o operativi. Inoltre, spiega la delibera, è possibile assegnare obiettivi in “quota parte” se si tratta di obiettivi su cui vi è corresponsabilità.

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