Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole, con osservazioni, sullo schema di decreto legislativo. Si tratta delle disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179.
Il percorso normativo – secondo i magistrati di Palazzo Spada – possiede il condivisile obiettivo di proseguire l’opera di modernizzazione e di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione, attraverso la sua completa digitalizzazione per dotare cittadini, imprese e amministrazioni di strumenti e servizi idonei a rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale.
Le problematiche sollevate dal Consiglio di Stato
La Commissione speciale ha però evidenziato come alcune problematiche di merito – che sono centrali per la corretta attuazione della riforma – siano state rinviate all’adozione di atti applicativi, quali i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (ad es. per il completo transito al sistema di comunicazione tramite domicili digitali) e le linee guida tecniche che dovranno essere adottate dall’Agenzia per l’Italia digitale (AGID).
Il Consiglio di Stato ha, in questa direzione, invitato l’Amministrazione a porre una particolare attenzione a tale profilo, sottolineando come i rilevanti compiti attribuiti all’AGID (ad es. adozione di pareri vincolanti e delle linee guida, l’istituzione dell’ufficio del difensore civico a livello centralizzato) richiedano un costante monitoraggio sul funzionamento dell’Agenzia al fine di assicurare che tale organo sia dotato delle risorse organiche e finanziarie necessarie al suo corretto funzionamento.
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CAD: verso l’approvazione definitiva
Infine, sono stati formulati diversi rilievi di ordine tecnico sia a livello contenutistico (ad es. in tema di domicilio digitale, di documento informatico e di requisiti per l’accreditamento) sia sull’articolato, principalmente al fine di garantire una maggiore chiarezza del testo e una corretta applicazione delle innovazioni previste dal correttivo.
Nel frattempo il testo correttivo si trova all’esame delle commissioni parlamentari. Una volta che anche le Camere si saranno pronunciate – devono farlo entro il 23 ottobre – il provvedimento ritornerà al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
Tempi stretti, dunque, per una serie di ritocchi al codice (il decreto legislativo 82/2005) imposti dalla necessità di accelerarel’attuazione dell’agenda digitale e dall’esigenza di mettere a disposizione di cittadini, professionisti e imprese strumenti adeguati per porli in condizione di dialogare con la pubblica amministrazione, rendendo così effettivo il diritto di cittadinanza digitale.
>> CONSULTA IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO 10 OTTOBRE 2017, n. 2122.
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