Ministeri, maggioranza divisa in Aula

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Trattative a oltranza nel centro-destra e all’interno dello stesso Pdl sul decentramento dei ministeri chiesto dalla Lega, che ha offerto all’opposizione l’opportunità di incunearsi nella coalizione di governo per evidenziarne divisioni e distanze e farle deflagrare. Alla vigilia della complessa verifica parlamentare, nel tentativo di rilanciare la maggioranza dopo la doppia “batosta” elettorale, Silvio Berlusconi si trova a dover affrontare e disinnescare le mine che in queste ore agitano e dividono il centro-destra e lo stesso Pdl. In particolare, oltre al nodo della missione militare italiana in Libia, è la seconda questione posta dal Carroccio, lo spostamento di alcuni ministeri (non solo al Nord, come ha precisato ieri Roberto Calderoli), a fare rischiare una clamorosa spaccatura nella maggioranza. Non solo tra Lega e Pdl, però, ma anche tra le diverse anime del partito di Berlusconi. Contro la proposta leghista sono infatti scesi in campo i “romani” del Pdl, capeggiati dal presidente della Regione Renata Polverini e, soprattutto, da un agguerrito sindaco della capitale Gianni Alemanno. Insieme hanno lanciato ufficialmente una petizione popolare da opporre alla proposta di legge popolare del Carroccio. E Alemanno ha annunciato un ordine del giorno al decreto sviluppo, che si va a sommare a quelli di Pd e Terzo polo, per dire che ministri e ministeri non si possono muovere dalla capitale. Polverini ha incassato la firma al suo testo anche del leader Udc Pier Ferdinando Casini e del presidente della provincia, Nicola Zingaretti (Pd). Ma è l’iniziativa parlamentare di Alemanno a preoccupare maggiormente. L’atteggiamento del sindaco sembra avere irritato non poco il premier, che ieri lo avrebbe “invitato” ad accettare una mediazione ragionevole. In mezzo, l’opposizione. Il Pd, con il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, ha messo sul piatto un ordine del giorno al Dl sviluppo, in modo da portarlo al voto subito, oggi. Anche il Terzo Polo, che con Casini ha definito una «buffonata» l’iniziativa leghista, ha deciso di presentare un suo odg contro il trasferimento. Mentre l’Idv di Antonio Di Pietro ha depositato una mozione. La mediazione è stata affidata a Fabrizio Cicchitto, che dopo aver visto Alemanno, ieri sera ha parlato a lungo con il capogruppo della Lega alla Camera Marco Reguzzoni. Ma a mediare tra le posizioni leghiste e le rivendicazioni dell’ala romana del Pdl e di Alemanno ci ha provato lo stesso premier. Berlusconi ha avuto più di un contatto telefonico con il sindaco di Roma, sottolineando la necessità di accogliere alcune richieste del Carroccio per andare avanti. In ballo, però, non c’è solo la partita del trasferimento degli uffici di rappresentanza dei ministeri: Alemanno da tempo minaccia la costituzione di un gruppo autonomo e ha stretto un’intesa con altri “big” del Pdl come Claudio Scajola e Roberto Formigoni

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