L’iter dagli scarti all’humus

Fonte: Il Sole 24 Ore

Il compostaggio è un processo naturale ove il rifiuto organico si trasforma in terriccio fertile (il compost), da parte di microrganismi aerobi. La raccolta differenziata delle frazioni compostabili riveste un ruolo trainante per lo sviluppo delle raccolte degli altri materiali (metalli, vetro, plastica eccetera). Infatti, questi, privi dell’organico sono “puliti” e più facilmente riciclabili. Certo, come per tutte le frazioni riciclabili, raccogliere non basta, occorre che accanto alla raccolta siano messi in rete gli impianti per la trasformazione industriale. Nel caso dell’umido, si tratta dei compostatori, i quali realizzino le tre fasi del compostaggio, ossia la decomposizione, la trasformazione e la maturazione. Nei primi due mesi (fase di decomposizione) si svolge l’attività dei batteri termofili del terreno che attaccano e sminuzzano le sostanze organiche sviluppando calore. La temperatura sale fino a oltre 60°C e purifica la massa dai microrganismi dannosi e dagli agenti patogeni presenti negli scarti. Poi, fino al quarto mese (fase di trsformazione) la temperatura scende fino a 25°C grazie all’attività di batteri e funghi decompositori. Il volume diminuisce perché evapora l’acqua contenuta nel rifiuto organico. Infine (maturazione), tra il quarto e l’ottavo mese il ciclo si conclude. La temperatura scende ancora e piccoli invertebrati (lombrichi, lumache, centopiedi e alghe azzurre), completano la maturazione del compost riducendolo in humus. Se le Regioni e gli enti locali monitorassero e incoraggiassero davvero il compostaggio, con una pratica regolare di raccolta differenziata e di compostatori, i Comuni (e di conseguenza i cittadini) avrebbero un risparmio pari al prezzo del mancato smaltimento in discarica dei rifiuti organici.

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