Liberalizzazioni, sì al decreto

L’aula del Senato ha votato il provvedimento su cui è stata posta la fiducia, E proseguono le polemiche sulla tesoreria unica

2 Marzo 2012
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Via libera nell’Aula del Senato alla fiducia posta dal governo sul decreto liberalizzazioni. I voti a favore sono stati 237, i contrari 33 e le astensioni 2. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera e deve essere convertito in legge entro il 24 marzo. Intanto proseguono le polemiche sulla tesoreria unica e gli effetti del dl 1/2012 sugli enti locali. “Quando si parla di regioni, enti locali e Stato bisogna ricordare che noi siamo le regioni, gli enti locali e lo Stato. Non esiste uno Stato contrapposto agli enti locali. La questione dell’introduzione della Tesoreria unica va letta in quest’ottica”. Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, ai microfoni di Radio anch’io. “Lo Stato – ha sottolineato ancora Finocchiaro – ha bisogno di liquidità e quindi la chiede agli enti locali, perché in questo modo potrebbe evitare di emettere titoli del debito pubblico. Dal canto loro gli enti locali, che sono stati penalizzati dalla politica di tagli del precedente governo, contano giustamente su quelle risorse. Io credo che una delle vie d’uscita, fuori dal provvedimento sulle liberalizzazioni che oggi verrà approvato dall’Aula del Senato, potrebbe essere quella dell’allentamento del patto di stabilità per i comuni virtuosi, una richiesta che facciamo da tempo. Il fatto che il governo abbia detto che il capitolo non è chiuso mi fa ben sperare. Bisogna trovare un punto di mediazione tra le varie esigenze – ha concluso – sempre ricordando che gli enti locali, le regioni e lo Stato siamo tutti noi”. Il provvedimento del governo sulla tesoreria unica è un atto di “protervo antifederalismo” e i veneti hanno trovato incomprensibile la scelta di Unicredit, tesoriere della Regione, di mandare a Roma il 50% della cassa regionale, fa da contraltare il presidente del Veneto, Luca Zaia, commentando i risultati di un sondaggio di una radio locale che, per il politico leghista, danno il senso “di una trasversalità che abbiamo saputo interpretare di fronte ad un atto, come quello del Governo Monti, di protervo antifederalismo che testimonia una visione centralista nella gestione dello Stato ed estranea alla cultura dell’autonomia”. “Quello del sondaggio – conclude Zaia – è un risultato coerente con le risposte che migliaia di cittadini mi stanno inviando in queste ore, confermandomi il loro sostegno per la posizione presa nei confronti di questo provvedimento. I veneti, come noi, hanno trovato incomprensibile la scelta del tesoriere Unicredit, che ha deciso di consegnare il salvadanaio della regione, che appartiene esclusivamente ai veneti, al Governo, senza considerare in alcun modo la Costituzione”. L’Idv, per parte sua, non ha votato la fiducia e presto tornerà fra i cittadini per spiegare che cosa è realmente contenuto nel decreto liberalizzazioni, per il quale “si è lavorato con l’idea di andare contro alcune categorie, piuttosto che andare incontro all’esigenze dei cittadini”. Lo afferma Patrizia Bugnano, senatore dell’Italia dei Valori, criticando in Aula al Senato il decreto liberalizzazioni per gli “interventi risibili” nella questione dei ritardi dei pagamenti della p.a. nei confronti delle imprese; per aver “allentato e frustrato” la separazione proprietaria di Snam ed Eni “dando un tempo di 18 mesi, troppo lungo”; per la “mancanza di qualsiasi intervento sulla liberalizzazione dei servizi postali”; perché “il sistema bancario è stato appena sfiorato”; perché l’introduzione della Tesoreria Unica “è una rapina alle Regioni e agli enti locali”; per il “silenzio assordante” sulla proposta dell’Idv di inserire nel provvedimento l’asta per le frequenze tv. Bugnano ha poi evidenziato la “degenerazione incrementale” della prassi di ricorrere sempre alla questione di fiducia, in “palese violazione del nostro ordinamento costituzionale”.

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