Le province risorgono. Con un nuovo nome

Le province italiane come l’araba Fenice: saranno abolite, sì, ma solo formalmente, perché saranno sostituite da “enti d’area vasta” con un presidente a elezione diretta e un consiglio espressione di regioni e rappresentanti dei sindaci dei comuni compresi nel nuovo ente. Quanto alle caratteristiche dell’ente intermedio, dovrà essere composto da minimo 300mila abitanti, estendersi su una superficie di almeno 3000 chilometri quadrati. È quanto spiegato dal presidente della Provincia di Treviso e presidente dell’Unione delle province del Veneto, Leonardo Muraro al termine di un incontro avvenuto ieri presso la sede distaccata del ministero della Semplificazione, alla Villa Reale di Monza, cui hanno partecipato anche il Ministro dell’economia, Giulio Tremonti e il Ministro delle riforme e leader della Lega, Umberto Bossi. Secondo quanto ricostruito nel corso della riunione, la costituzione dell’ente “d’area vasta” sarebbe contenuta nel comma 2, aggiunto in un secondo momento all’articolo 2 del ddl costituzionale, che prevede l’eliminazione delle province. Il ddl varato la scorsa settimana in effetti prevedeva un solo comma e nulla di quanto emerso ieri. Il Ministro Calderoli “ha ribadito che il testo uscito dal Consiglio dei Ministri (il d.d.l. costituzionale per l’eliminazione delle province), prevede l’elezione diretta di un presidente di un ente intermedio tra Regione e Comune”. Un cambiamento rispetto all’eliminazione totale delle province per il quale “esprimiamo soddisfazione, ma non so quanto siamo realmente soddisfatti” ha aggiunto Muraro. Il presidente della Provincia di Treviso, ha poi spiegato che sul contenuto del ddl, di abolizione delle province “è successa una cosa abbastanza grave: il documento che era stato votato dal C.d.M., quello del ministro Calderoli, non è il documento che è poi girato nelle sedi dell’Upi (Unione Province Italiane) e che è stato divulgato dalla stampa”. Un documento, ha continuato Muraro, che “prevede espressamente un”entità di area’ tra comuni e regioni, dove viene eletto un presidente per cui c’è una formula elettiva che rafforza le istituzioni, e dove c’è un concentramento di organismi regionali e consorti, che saranno accorpati in questo ente”.
Quanto all’elezione del consiglio “l’unica soluzione – ha spiegato il presidente della Provincia di Treviso – che potrebbe essere in condivisione con i sindaci, è che il consiglio provinciale, chiamiamolo ‘ente intermedio’, deve essere scelto dalle regioni e potrebbe essere un’assemblea di rappresentanti dei sindaci dei comuni compresi nell’ ente intermedio”. Secondo Muraro, “la forza di questo provvedimento è che ci sarà un’istituzione elettiva scritta in Costituzione”.  La Lega Nord ribadisce che “è importante difendere e garantire l’identità e l’autonomia dei territori” ma apre all’accorpamento delle piccole provincie per fare posto a “un ente di area vasta, disciplinato dalle Regioni, che abbia un limite di trecento mila abitanti e tre mila chilometri quadrati”, si legge in una nota diffusa dopo l’incontro. “La Lega Nord vede nella riforma costituzionale una grande opportunità per rendere più efficienti gli enti locali, per definire le funzioni fondamentali e per dare un ulteriore input alla riforma federalista – precisa la nota -. Infatti mai come in questo momento è necessario un ente di area vasta, disciplinato dalle Regioni, che abbia un limite di trecento mila abitanti e tre mila chilometri quadrati e che preveda l’elezione diretta del presidente”. “Questo rappresenta un concreto esempio di federalismo, che mira a riordinare ed accorpare anche tutti gli enti e organismi intermedi, con l’obiettivo di rafforzare i servizi per i cittadini. I presidenti di provincia, conclude la nota, hanno ringraziato per la disponibilità i Ministri Bossi e Calderoli e attendono “fiduciosi l’esame parlamentare del disegno di legge, auspicando che le future Province regionali possano avere dignità finanziaria”.

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