Le Province alla carica

Si apre oggi a Catania l’assise delle Province. Che promette, da parte delle amministrazioni locali, un fuoco di fila di richieste al Governo. Occhi puntati in particolare sul federalismo fiscale. E sulla proposta di devolvere agli enti tributi legati alle peculiarità istituzionali delle Province, quali ad esempio quelli connessi al trasporto.
“Saranno due giorni importanti in cui parleremo di federalismo, di sicurezza, ma anche di sviluppo e di territorio. Il tutto corredato dagli interventi di ministri e amministratori locali”, afferma Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia di Catania ma anche presidente dell’Unione province italiane. Alla due giorni sono previsti gli interventi del Ministro della giustizia Angelino Alfano, del Ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, del Ministro della difesa Ignazio La Russa, del Ministro della gioventù Giorgia Meloni ma anche del presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo.
E per quanto riguarda le proposte? “Attuare la legge delega n. 42 del 2009, che sta procedendo spedita lungo un percorso che ha visto prevalere un clima di concreta e effettiva collaborazione tra Governo e Associazioni degli enti locali” per “abbandonare il principio della spesa storica e degli sprechi”, auspica Castiglione, il quale chiede che siano “ricondotti alle Province i tributi dal trasporto su gomma”. “Si trasforma l’imposta Rcauto in tributo provinciale – spiega Castiglione, che è anche presidente dell’Ente di Catania – e si assegna la compartecipazione all’accise sulla benzina, unitamente alla quella della tassa regionale di circolazione dei veicoli. Il quadro è dunque sostanzialmente coerente con il ‘cespite’ individuato per la fiscalità provinciale”. L’Upi evidenzia però “alcune perplessità” “Avevamo chiesto – osserva Castiglione – di garantire alle Province la compartecipazione ad un grande tributo erariale, come l’Iva o l’Irpef, direttamente correlato alla ricchezza dei territori. Questo ad oggi non è previsto. Inoltre l’attribuzione alle Province della compartecipazione alla tassa di possesso automobilistica – conclude il presidente dell’Upi – lascia aperta la questione relativa alla effettiva incapienza di questo gettito per la copertura dei trasferimenti regionali correnti che andranno soppressi contestualmente all’attribuzione della compartecipazione”. Castiglione chiede poi “che si completi il quadro di riforma istituzionale: per questo abbiamo valutato positivamente l’approvazione da parte del Governo del disegno di legge sulle funzioni fondamentali e sulla nuova Carta delle autonomie locali. Ma riteniamo urgente che questo sia approvato rapidamente anche dal Senato e diventi finalmente legge. L’individuazione delle funzioni fondamentali – osserva – è infatti un passaggio delicatissimo poiché comporta una scelta precisa: decidere a chi assegnare le funzioni amministrative che oggi sono ripartite, spesso in modo confuso e senza una giustificazione adeguata, su diversi livelli di governo e strutture amministrative”. Secondo il presidente dell’Upi “nella prospettiva della semplificazione funzionale, materie come difesa del suolo, gestione di acque e rifiuti, politiche della montagna, trasporti e l’assistenza ai comuni debbano essere ricondotte alle province con l’individuazione delle funzioni fondamentali di governo di area vasta”. “Per questo – annuncia Castiglione – chiediamo che le funzioni degli Ato acque e rifiuti siano assegnate alle Province e che si debba procedere organicamente al trasferimento a comuni e province tutte le funzioni di natura territoriale che oggi sono svolte da enti o strutture che non hanno una diretta legittimazione democratica, che non rispondono ai cittadini”. Per quanto attiene poi al patto di stabilità che prevede una manovra di miglioramento del saldo finanziario di 310 milioni per il 2009, di 555 per il 2010 e 975 per il 2011, Castiglione ricorda che a questo si aggiunge il taglio dei trasferimenti erariali di 300 e 500 milioni rispettivamente per il 2011 e dal 2012. Gli enti interessati si troveranno a dover gestire risorse ridotte di circa il 23% nel 2011 e di oltre il 38% a partire dal 2012. Sul piano finanziario, dunque, sono tre le richieste fondamentali: “aumentare fino al 4% la percentuale dei residui passivi spendibili per le province, consentendo così di liberare immediatamente quasi 300 milioni di euro nel circuito economico del Paese. Rivedere l’impianto del patto di stabilità interno, modificando la base di calcolo e garantendo l’equilibrio finanziario per tutti gli enti; alleggerire la manovra a carico delle province. I tagli ai trasferimenti regionali – spiega il presidente dell’Upi – hanno infatti un impatto notevole per le province, che sono le principali destinatarie di tali risorse per trasporto pubblico locale, sicurezza stradale e sicurezza dei territori: se ad essi aggiungiamo anche i tagli di 300 e 500 milioni, l’effetto sarà quello di paralizzare qualsivoglia attività degli enti”.

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