Nell’introduzione Francesco spiega che «la preoccupazione per la salvezza delle anime» resta il fine supremo delle leggi e delle istituzioni della Chiesa, e quindi è intervenuto su una materia di cui aveva discusso anche il Sinodo di un anno fa, e infatti alcuni elementi erano emersi in quel contesto. Ma il Papa ha fissato anche delle regole procedurali, prevedendo ad esempio che il vescovo segua «con animo apostolico i coniugi separati o divorziati che per la loro condizione di vita abbiano eventualmente abbandonato la pratica religiosa». Per adire alla procedure abbreviata serve il consenso di entrambi i coniugi quando sono riscontrabili fatti e circostanze che non richiedano una vera inchiesta: tra le cause indicate la mancanza di fede, la brevità della convivenza coniugale, una prolungata relazione extraconiugale a, il procurato aborto per evitare la procreazione, l’occultamento doloso della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione, la violenza fisica per estorcere il consenso e altre fattispecie. Insomma il vescovo viene molto responsabilizzato . Pinto ha spiegato che la riforma entra il vigore l’8 dicembre ma ci sarà un periodo di “implementazione” che riguarda tutte le novità, dal ruolo dei vescovi fino alla “gratuità della cause”, che alla Rota Romana sono già il 70-80% delle cause, oggi circa tremila l’anno: «Un avvocato d’ufficio, solitamente, per ogni causa, chiede 300, massimo 400 euro». Papa Francesco, come sollecitato nuovamente oggi nel Motu proprio , ha sempre chiesto la gratuità per i processi di annullamento davanti alla Sacra Rota. Chi ha un reddito inferiore ai 12 mila euro l’anno può chiedere la tariffa minima, oppure il gratuito patrocinio. In Italia è garantito dalla Cei attraverso i fondi dell’8 per mille. Il giudice-Vescovo potrà ora annullare le nozze nell’ambito del processo canonico veloce, laddove le cause «siano evidenti».
Dopo la riforma del processo canonico per le nullità matrimoniali, il Vaticano resta attento alle questioni normative legate alla famiglia. Tra i settori all’attenzione del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, c’è quello delle «nuove normative civili relative a matrimonio e famiglia, normative spesso incompatibili con la dottrina e la disciplina della Chiesa, però di fatto esistenti», ha detto il cardinale Francesco Coccopalmerio. «Queste nuove normative civili vengono inevitabilmente ad avere un impatto sull’ordinamento canonico. Come reagisce – si è chiesto il cardinale spigando che le questioni sono allo studio – tale normativa? Un solo caso, tra i più semplici; nelle legislazioni in cui le coppie omosessuali possono adottare, se una coppia omosessuale vuole battezzare il bambino, come si deve procedere? Come, per esempio, si registra il battesimo?».
Monsignor Alejandro W. Bunge, prelato uditore della Rota Romana e segretario della Commissione speciale, ha parlato molto chiaro sui tempi: «Le modifiche ora semplificano il processo, lo renderanno più veloce. Ma perché le cause siano più veloci i giudici debbono dormire un po’ meno…»
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