La metafora più efficace è del vicesindaco Tom Dealessandri: «Non stiamo discutendo se offrire il filetto o il sottofiletto. Oggi riusciamo a garantire l’acqua e il caffè. Il problema e se domani saremo costretti a far pagare pure il caffè». Peccato che non sia una questione di tazzina. In ballo ci sono i servizi sociali e di assistenza del Comune: disabili, anziani, minori, nuclei disagiati e senzatetto. Palazzo Civico ora è chiamato a rifare i conti, non solo per effetto della manovra Tremonti, ma per i tagli decisi dalla giunta Cota: 8 milioni in meno sul 2010. Il punto di arrivo della riorganizzazione che l’assessore all’Assistenza Marco Borgione sta per varare potrebbe avere effetti pesanti sulle tasche dei torinesi, rivedendo rette, prestazioni e riducendo le esenzioni. «È una questione che si deve affrontare in consiglio comunale – aggiunge Dealessandri – ma saremo costretti a riconsiderare le soglie di compartecipazione economica delle famiglie». La discussione in Sala Rossa partirà lunedì, quando l’assessore Borgione presenterà la delibera con cui 50 dipendenti che lavoravano nelle tre case di cura date in gestione alle Asl verranno dirottati verso l’assistenza degli anziani autosufficienti e dei minori. Non solo. Si prevede di dare corso allo scioglimento delle ex Ipab per sfruttare il patrimonio e aumentare le entrate. «Stanno minando il sistema sociale – dice Borgione – il tema delle rette non è all’ordine del giorno, ma se continua così saremo costretti ad intervenire. Nel 2011 saranno dolori». La delibera è già allo studio: un menù con diverse opzioni. Toccherà poi al Consiglio comunale scegliere. «La domanda di assistenza cresce a livello esponenziale – aggiunge Borgione – il Comune si era preparato a riorganizzare il servizio per aumentare l’offerta, ma le soluzioni studiate serviranno solo a contenere parte dei tagli della manovra Ferrero-Cota». E l’assessore al Bilancio, Gianguido Passoni, aggiunge: «La Regione promuove provvedimenti come i pannolini gratis ma mette alle corde il sistema sociale». La questione assistenza è stata l’occasione per discutere dei contributi per la casa, delle grandi opere, della gestione dei fondi commerciali, della scuola, dei soldi per i rom spariti. «La Regione ha lanciato il piano per l’occupazione, ma in realtà è un programma per la disoccupazione – sottolinea l’assessore Roberto Tricarico – tagliando il welfare si riducono pure i posti di lavoro». E il vicesindaco Dealessandri aggiunge: «Hanno messo 300 milioni sul lavoro spostandoli da altri capitoli. Ma è vero? Oppure hanno usato solo i fondi sociali europei?». La querelle esploderà: cooperative, sindacati e lavoratori sono sul piede di guerra. «Sono atti irresponsabili – dice il capogruppo del Pd, Andrea Giorgis – viene il sospetto che ci sia una ritorsione politica nei confronti della città». Per il governatore Cota replica il capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, Mario Carossa: «Spero che non ci sia una rottura nei rapporti istituzionali. Le critiche, più che da Chiamparino, arrivano dai suoi assessori. Forse visto che sta arrivando la campagna elettorale si sono sentiti in dovere di dire qualcosa di sinistra». E aggiunge: «La Regione ha dovuto tagliare, anche la Bresso lo ha fatto e nessuno ha detto nulla. E i problemi seri che l’assessore Borgione deve affrontare sono uguali a quelli che stanno affrontando tutte le amministrazioni locali».
“La Regione strozza il welfare comunale”
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