“Mentre i giovani cercano lavori con senso e impatto sociale, la Pubblica Amministrazione, che per definizione serve il bene comune, fatica ad attirarli” così scrive il presidente dell’ARAN Antonio Naddeo nel suo blog.
Un po’ di dati e stime
L’indagine condotta dall’osservatorio sui lavoratori pubblici INPS stima 680.222 lavoratori nella fascia d’età tra i 55 e i 59 (costituenti del 18,5% del totale) mentre il 77,5% ha età maggiore o uguale a 40 anni. Procedendo per stime, salvo cambi di regolamento, si può prevedere che nell’arco di dieci anni (al massimo) oltre un terzo dei dipendenti pubblici transiterà alla pensione.
Secondo l’ultimo Rapporto ARAN, aggiornato al 2024, la media della PA è costituita dalla più numerosa fascia del 38% di dipendenti in età compresa tra i 50 e i 59 anni seguiti da un 26% tra i 40 e i 49. Il 17% supera i 60, mentre solo il 20% rimane sotto ai 40 (di questi solamente un 6% è tra i 18 e i 29).
Oltre al “posto fisso”
Antonio Naddeo si interroga sulle lacune che la PA deve colmare per diventare una valida fonte di attrattiva dei giovani. Non basta più la garanzia del famigerato “posto fisso” se questa non è affiancata da una sana etica del lavoro e improntamento al progresso. I giovani, secondo Naddeo, non devono imparare il lavoro, devono reinventarlo, portando la PA verso una concreta innovazione; come ha fatto Sara, impiegata 28enne, che ha digitalizzato l’anagrafe del suo Comune riducendo i tempi di attesa da ore a minuti.
“Serve trasparenza nei tempi, feedback sui risultati, procedure che valorizzino davvero le competenze. E qui non parlo solo di titoli di studio – che restano importanti – ma di problem solving digitale, capacità di lavorare in team, creatività nell’affrontare problemi complessi.” scrive Naddeo che riscontra una delle difficoltà della PA proprio nelle tempistiche. Ora servono anni per concorsi pubblici, mentre in pochi mesi un privato assume tutti quei giovani che non possono permettersi di aspettare.
La strategia
Smart working e flessibilità oraria, ecco i metodi infallibili per trainare la PA verso un futuro di progresso ed efficienza. “Non sono gentili concessioni” dichiara Naddeo, “ma strumenti strategici”. La PA in Italia si dimostra comunque un’area all’avanguardia in grado di stare al passo con i tempi; mentre in Europa si avviano le prime sperimentazioni della “settimana corta” di 4 giorni, la PA potrebbe essere il settore trainante di questa evoluzione.
Naddeo conclude con una riflessione: “Spesso la PA è più avanti del settore privato su questi temi, ma non lo sa comunicare. Quante aziende private possono vantare la stabilità, i diritti sindacali e spesso la flessibilità che offre il pubblico impiego?”
Il primo passo per convincere i giovani è saper comunicare loro la volontà di aprirgli le porta a un lavoro in cui non sono solo catene di ingranaggio di un sistema consolidato, ma protagonisti ascoltati che possono trainare una continua evoluzione.
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