La Commissione Bilancio alla Commissione Affari costituzionali: qualcosa non va con il decreto p.a.

Non sono state recepite, dalla Commissione Affari costituzionali alla Camera, le condizioni (per il parere favorevole) date dalla Commissione Bilancio sul decreto p.a. È quanto si legge nel dossier del Servizio bilancio di Montecitorio sull'”Analisi degli effetti finanziari” del provvedimento.

In particolare la Commissione Bilancio aveva chiesto di “rivedere” il Fondo per il miglioramento dell’allocazione del personale della p.a. – previsto dall’articolo 4 sulla mobilità obbligatoria – prevedendo la sua “rideterminazione”, a partire dal 2015, nella tabella C della legge di stabilità. 

La seconda condizione, invece, era volta a riformulare la clausola di salvaguardia che potrebbe scattare in mancanza della copertura finanziaria stanziate per l’attuazione del processo telematico (18 milioni di euro per il 2014 e 52,5 milioni a decorrere dal 2015). Le risorse necessarie sono reperite mediante un generalizzato aumento del contributo unificato per l’iscrizione a ruolo nel processo civile. 

“Dal momento – si legge nel dossier – che, anche alla luce delle modifiche apportate dalla commissione di merito durante l’esame in sede referente, tali condizioni appaiono ancora necessarie per garantire il rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, si ritiene di poter confermarle anche con riferimento al testo all’esame dell’assemblea”. 

Ma non solo: perché i tecnici del Servizio bilancio di Montecitorio hanno avanzato alcuni dubbi sulle ‘quantificazioni’ dell’emendamento ‘Quota 96‘ (per la salvaguardia di 4mila esodati) e sulla stabilizzazione di personale nelle università virtuose. 

Sul testo, che è ora all’esame dell’aula della Camera, il governo ha posto la questione di fiducia, vista la mole di emendamenti (1010 in tutto). Il voto è previsto per oggi.

(Fonte: Public Policy)

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