di FRANCESCO BERGAMELLI (segretario generale Comune di Lecco)
Nell’ambito delle proposte emendative alla Legge di Bilancio 2026 l’ANCI ha avuto occasione di riproporre il tema della carenza dei segretari comunali nei comuni di minori dimensioni demografiche. Prima di entrare nel merito delle soluzioni atte ad affrontare la problematica è bene anzitutto comprendere i numeri (reali) e il contesto di riferimento.
Partiamo con un dato positivo: negli ultimi anni il numero di segretari comunali che operano in Comuni e Province (quali titolari di sede oppure in posizione di disponibilità) è aumentato. Si è passati da 2.252 segretari alla data del 17 settembre 2021 ad una consistenza, alla data in cui si scrive, di 2.568, con un incremento, quindi, di 316 unità.
I concorsi successivi alla data convenzionalmente presa del 17 settembre 2021 hanno quindi più che compensato le cessazioni intervenute nel medesimo periodo di riferimento.
Va precisato che il Legislatore, nel tentare di trovare soluzione all’annosa problematica in argomento, ha ritenuto, in sede di conversione del d.l. 27 gennaio 2022, n. 4, di introdurre, tra le altre cose, alcune disposizioni sulle procedure di reclutamento dei segretari comunali e provinciali prevedendo, in particolare, che le assunzioni debbano essere realizzate per un numero di numero di unità pari al 120 per cento di quelle cessate dal servizio nel corso dell’anno precedente (cfr. art. 12-bis, comma 1, lett. a).
E così che il Ministero dell’Interno ha provveduto all’iscrizione all’albo di 508 segretari comunali nell’ambito della procedura concorsuale del Co.A 6 (in data 1 luglio 2022 sono stati iscritti i 286 segretari della sessione ordinaria mentre in data 24 ottobre i 222 segretari della sessione aggiuntiva) e di 461 segretari nell’ambito della procedura concorsuale del Co.A 2021 (in data 12 dicembre 24 sono stati iscritti 429 segretari della sessione ordinaria mentre in data 19 febbraio 2025 32 segretari della sessione straordinaria). E’ inoltre in corso di svolgimento la procedura concorsuale del Co.A 2024 ai fini dell’iscrizione di 340 segretari comunali nella fascia iniziale dell’Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali.
Tuttavia, le iscrizioni all’albo realizzate tra il 1° luglio 2022 e il 14 febbraio 2025 (per un totale di 969) non si sono tradotte in corrispondenti assunzioni poiché i Segretari che hanno effettivamente preso servizio risultano, alla data del 22 novembre 2025, in numero decisamente inferiore. Dei 508 iscritti all’albo del Co.A 6 hanno preso servizio in 452 mentre dei 461 segretari iscritti all’albo del Co.A 2021 hanno preso servizio in 360.
I segretari realmente assunti, quindi, non sono 969 quanto invece 812. Ed ancora, la percentuale di turnover prescritta dal legislatore (assumendo che 969 corrisponda dal 120%) è stata assicurata nella misura del 106% per le due sessioni del Co.A 6 e del 91% per le due sessioni del Co.A 2021 e non invece del 120%. Se, quindi, è vero che i segretari sono aumentati di 316 unità dal 17 settembre 2021 è altrettanto vero che l’attuazione piena della percentuale del turn over del 120% avrebbe dovuto portare ad un incremento di 473 unità.
Ma vi è di più.
Le Regioni che, più di altre, lamentano l’assenza dei segretari comunali sono quelle che, inevitabilmente, vedono una numerosa presenza di Comuni di piccole dimensioni demografiche. Piemonte, Lombardia, Abruzzo e Sardegna sono quindi gli albi regionali che hanno visto il maggior numero di assegnazioni da parte del Ministero dell’Interno.
Dei 508 iscritti all’albo del Co.A 6 ben 303 sono stati iscritti a questi 4 albi. Mentre dei 461 del Co.A 2021 ben 284.
Tale assegnazione è stata tuttavia solo teorica. L’obbligo di permanenza biennale negli albi di prima assegnazione, da sempre previsto nei bandi di concorso Co.A, è stato di fatto vanificato da un’interpretazione particolarmente estensiva che il Ministero dell’Interno ha adottato negli ultimi anni, a decorrere dal Co.A 5, dell’art. 11, comma 4, del d.p.r. 465/1997 (che consente al Sindaco, fermo restando determinati requisiti, di nominare il Segretario al di fuori dell’albo regionale di assegnazione).
Si è quindi realizzato il paradosso che, da una parte, le assegnazioni agli albi regionali considerano gli effettivi fabbisogni dei territori (con particolare riferimento a quelli con maggiore presenza di comuni di minori dimensioni demografiche) mentre dall’altra le prese effettive di servizio sono conseguenti alle mere volontà individuali di Sindaco e aspirante Segretario.
Tal modo di procedere ha determinato casi più che singolari.
L’albo regionale del Piemonte, ad esempio, ha visto complessivamente 253 assegnazioni (tra Co.A 6 e Co.A 2021) ma solo 75 prese di servizio (il 29,6% del fabbisogno) mentre l’albo regionale della Sicilia ha visto complessivamente 14 assegnazioni a fronte di prese di servizio di 84 segretari (il 600% del fabbisogno).
E così per altri albi regionali. In sofferenza di Segretari alcuni (Piemonte, Abruzzo, Lombardia, Liguria). Con rischio di sovraffollamento in altri (Sicilia, Campania, Toscana, Puglia).
Il quadro sopra descritto impone quindi una seria riflessione attorno ad alcune misure correttive da introdurre.
Appare fin troppo ovvio che occorra anzitutto garantire la stabilità di quegli incarichi attualmente conferiti ai sensi dell’art. 12-bis del d.l. 4/2022 e dell’art. 18-quater l. 143/2024 disponendone l’ampliamento dei termini.
Ma a questa misura di breve periodo deve aggiungersi il radicale ripensamento delle politiche assunzionali che devono essere tali da assicurare l’effettività della percentuale di turn over e dell’assegnazione agli albi regionali. Che non deve essere fittizia e lasciata al caso ma orientata al reale fabbisogno dei territori.
La carenza di segretari comunali: i numeri (reali) e le possibili soluzioni ordinamentali
L’approfondimento di Francesco Bergamelli, segretario generale del Comune di Lecco
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento