L’Europa e l’integrazione dei Rom: una sfida da vincere

Grazie all’azione concertata dalla Commissione europea, l’integrazione dei Rom è ormai un punto fermo dell’agenda politica in tutta Europa. Secondo una nuova relazione presentata il 4 aprile scorso sui progressi compiuti dagli Stati membri nell’ambito del Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, lentamente si iniziano a vedere i primi segni di miglioramento nella vita delle comunità.

Il Quadro dell’UE che i leader europei hanno sottoscritto nel 2011 ha instaurato per la prima volta un solido processo di coordinamento dell’azione a favore dell’integrazione dei Rom. Due anni dopo i ministri degli Stati membri hanno adottato all’unanimità il primo strumento giuridico a livello dell’UE sull’inclusione dei Rom e si sono impegnati ad attuare una serie di raccomandazioni della Commissione al fine di ridurre le diseguaglianze sociali tra i Rom e il resto della popolazione in quattro settori: l’istruzione, l’occupazione, la sanità e l’alloggio.

La relazione presentata oggi dalla Commissione valuta i progressi realizzati dal 2011 nell’ambito del Quadro dell’UE, individuando a livello nazionale sia esempi positivi che punti su cui sono necessari maggiori sforzi. Permangono ancora delle sfide da affrontare, ma i miglioramenti sono visibili: un numero maggiore di bambini Rom frequenta la scuola materna, sono sempre più numerosi i programmi di accompagnamento che aiutano i Rom a trovare lavoro e i programmi di mediazione per colmare il divario tra i Rom e le altre comunità in materia di alloggio e di accesso ai servizi sanitari. Grazie alla nuova normativa europea sull’uso dei fondi dell’UE, gli Stati membri sono tenuti a destinare il 20% della dotazione del Fondo sociale europeo all’inclusione sociale nel periodo 2014-20.

“Soltanto quattro anni fa il tema dell’integrazione dei Rom non rientrava tra i programmi della maggior parte degli Stati membri. Oggi, grazie a un’azione concertata, assistiamo a un cambiamento” ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. “Il Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom è un traguardo epocale che comprova l’impegno al più alto livello dei governi nazionali nell’opera di miglioramento dell’integrazione dei Rom. Naturalmente, non possiamo cancellare secoli di esclusione e di discriminazione in un giorno, ma rendere l’integrazione dei Rom un punto fermo dell’agenda politica europea porta i suoi frutti. In tre anni, per esempio, è cresciuto il numero di bambini Rom che frequentano la scuola materna. Come passo successivo, penso a norme più mirate e a uno strumento di finanziamento specificamente destinato ai Rom per garantire che i fondi arrivino dove sono necessari”.

Per produrre differenze concrete nella vita delle comunità Rom emarginate in Europa dobbiamo garantire che finanziamenti adeguati siano utilizzati in modo efficace a sostegno delle strategie nazionali di integrazione. Gli Stati membri dovrebbero anche tener conto dell’integrazione dei Rom nell’elaborazione di politiche in materia di istruzione, occupazione, sanità e alloggio”, ha dichiarato László Andor, Commissario UE per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. “È tempo che gli Stati membri considerino l’inclusione dei Rom una priorità nell’uso dei fondi che accorderà loro l’UE nei sette anni del prossimo periodo finanziario”.

Sebbene le comunità Rom continuino a vivere in condizioni di povertà, esclusione sociale e discriminazione, la relazione odierna illustra i progressi compiuti e i risultati conseguiti nei 28 Stati membri.

Istruzione  Al fine di garantire che tutti i bambini Rom completino almeno il ciclo di istruzione primaria sono stati compiuti progressi rilevanti, con un aumento della frequenza della scuola materna dal 2% al 60% in Finlandia; in Ungheria è stata varata una nuova legge che rende obbligatoria per tutti i bambini la frequenza di due anni di scuola materna; anche in Bulgaria la frequenza della scuola materna è obbligatoria per almeno due anni; in Irlanda sono stati istituiti “insegnanti itineranti” che si spostano seguendo le comunità Traveller. Saranno comunque necessari maggiori sforzi per affrontare il problema della segregazione nelle scuole ordinarie in diversi paesi dell’UE.

Occupazione  Negli ultimi quattro anni ci sono stati alcuni tentativi di migliorare le possibilità di occupazione dei Rom, ma quasi mai associati a misure sistematiche di lotta contro la discriminazione e di incentivazione rivolte ai datori di lavoro. Si registrano iniziative promettenti in Austria, con la formazione di operatori per assistere i Rom che cercano lavoro, in Finlandia, dove i mediatori per l’occupazione dei Rom sono stati finanziati con fondi dell’UE e in Spagna, con un programma relativo ai consulenti del lavoro.

Alloggio  Gli Stati membri hanno compiuto passi avanti nel promuovere l’inclusione dei Rom in quanto processo di avvicinamento reciproco tra le comunità Rom e le altre comunità, ma per ottenere risultati concreti è necessario sviluppare in tutta Europa progetti su piccola scala. Tra le buone pratiche, l’istituzione di 38 mediatori per l’alloggio in Belgio e una task force locale a Berlino, in Germania, per favorire l’integrazione dei Rom nella comunità e l’accoglienza da parte del vicinato.

Sanità  Molti paesi si sono concentrati sul miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari per le fasce più vulnerabili della popolazione Rom: in particolare, in Francia il governo si è impegnato a ridurre gli ostacoli di natura finanziaria alle cure sanitarie, mentre in Romania e in Spagna i governi hanno investito nell’istituzione di mediatori sanitari per le comunità Rom. Garantire l’assistenza sanitaria di base è ancora un problema in alcuni Stati membri.

Discriminazione  L’azione della Commissione ha garantito che in tutti gli Stati membri fosse istituito un quadro giuridico solido di contrasto alla discriminazione, ma i governi nazionali devono intensificare i loro sforzi per applicare e far rispettare concretamente la normativa . A tal fine hanno un ruolo cruciale gli enti nazionali per le pari opportunità. La Slovacchia ha introdotto misure provvisorie a favore dei Rom.

Finanziamento  L’assegnazione di finanziamenti sufficienti per l’integrazione dei Rom rimane una sfida. Rispetto all’attuale media del 15%, ora per la prima volta è obbligatorio destinare all’inclusione sociale il 20% delle dotazioni che il Fondo sociale europeo mette a disposizione degli Stati membri per la realizzazione dei loro programmi. Per il periodo finanziario successivo al 2020, la Commissione prenderà in esame le modalità per migliorare ulteriormente il sostegno finanziario a favore dell’inclusione dei Rom e renderlo più efficace, ad esempio attraverso uno strumento di finanziamento specifico. Maggiori dettagli specifici per paese sono disponibili nelle schede nazionali.

Il vertice UE sui Rom

La valutazione è il frutto dell’incontro tra i politici locali, nazionali e dell’UE, da una parte, e i rappresentanti della società civile dall’altra, per discutere dei progressi compiuti in materia di integrazione dei Rom in occasione del terzo vertice europeo sui Rom. L’obiettivo è passare in rassegna le modalità di applicazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom presentate annualmente dagli Stati membri in virtù del Quadro dell’UE e valutare se esse stiano migliorando la vita delle comunità Rom. Circa 500 rappresentanti delle istituzioni dell’UE, dei governi e dei parlamenti nazionali, delle organizzazioni internazionali, della società civile (in particolare le organizzazioni Rom) e delle autorità locali e regionali esprimeranno il proprio punto di vista su ciò che è stato realizzato finora e sui modi per migliorare ulteriormente l’integrazione dei Rom in futuro.

L’integrazione dei Rom non è soltanto un problema di inclusione sociale, ma ha anche un impatto economico positivo, in particolare negli Stati membri con una vasta minoranza di Rom. In molti paesi i Rom rappresentano una quota significativa e crescente della popolazione in età scolare e della futura forza lavoro. Per consentire a queste popolazioni di mettere a frutto il loro capitale umano e di partecipare attivamente all’economia e alla società su un piede di parità, è fondamentale predisporre politiche di attivazione del lavoro e servizi personalizzati e accessibili di sostegno per i Rom in cerca di lavoro.

L’inclusione sociale e l’integrazione delle comunità Rom sono una responsabilità comune degli Stati membri e dell’Unione europea. La Commissione, che segue i progressi compiuti dagli Stati membri attraverso il Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, riunisce regolarmente una rete di coordinatori provenienti da tutti i 28 paesi dell’UE, responsabili di sorvegliare le strategie nazionali di integrazione dei Rom, allo scopo di discutere i progressi e le sfide future.

Nella relazione del 2013 la Commissione europea invitava gli Stati membri dell’UE ad attuare le loro strategie nazionali per progredire nell’integrazione socioeconomica dei Rom in Europa. I risultati sono utilizzati anche nell’ambito del semestre europeo per il coordinamento annuale delle politiche socioeconomiche, traducendosi in raccomandazioni specifiche per paese relative alla questione dei Rom. Questo ciclo annuale contribuisce a garantire che l’integrazione dei Rom rimanga costantemente e saldamente nell’agenda europea e che le politiche di interesse generale non siano in contrasto con gli obiettivi di inclusione dei Rom. Nel 2013 cinque Stati membri hanno ricevuto raccomandazioni specifiche per paese sull’attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom e sull’integrazione di misure specifiche per i Rom (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia).

Gli Stati membri possono utilizzare i fondi dell’UE per finanziare progetti volti, tra l’altro, a migliorare l’integrazione dei Rom in settori quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Complessivamente, dal 2007 al 2013 sono stati messi a disposizione circa 26,5 miliardi di euro per progetti di inclusione sociale. Per il nuovo periodo finanziario 2014-2020, tramite il Fondo sociale europeo, saranno destinati agli investimenti in capitale umano, occupazione e inclusione sociale almeno 80 miliardi di euro. Da quest’anno almeno il 20% della dotazione assegnata dal Fondo sociale europeo (circa 16 miliardi di euro) deve essere destinato all’inclusione sociale. L’obiettivo è garantire per l’integrazione dei Rom risorse finanziarie adeguate, della cui gestione sono responsabili gli Stati membri. La Commissione contribuisce offrendo agli Stati membri orientamenti su come strutturare i programmi operativi di spesa dei fondi dell’UE e i progetti di integrazione dei Rom al fine di assicurare un approccio inclusivo e di rispondere in modo più efficace alle esigenze delle comunità.

(Fonte: Commissione europea)

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