Nell’intero 2016 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell’1% (il 2016 ha presentato due giornate lavorative in meno rispetto al 2015): questo risultato, precisa l’Istat, è coerente con la stima del Pil diffusa il primo marzo (0,9% di crescita annua). In effetti, i dati diffusi oggi dall’Istituto riguardano i conti trimestrali. Significa che per i quattro periodi dell’anno gli statistici misurano la crescita italiana, correggendola per gli effetti del calendario (uniformando cioè i giorni lavorativi tra un periodo e l’altro, o tra gli stessi periodi di anni differenti) e per gli effetti della stagionalità. Sommando la crescita dei quattro trimestri 2016 e paragonandola con quella del 2015, si ha una espansione “corretta per i giorni lavorativi” appunto all’1%. E’ un indicatore della crescita più aderente a quanto effettivamente si è mosso il Paese. Ma per i documenti di contabilità pubblica e ai fini dei calcoli per il rispetto di Maastricht e dei parametri europei, conta la variazione annua diffusa soltanto pochi giorni fa: l’Istat ha fatto sapere che nel 2016 il Prodotto interno lordo italiano in volume è cresciuto dello 0,9%, e questo è quel che conta a Bruxelles….
Istat, la crescita del quarto trimestre allo 0,2%. Il crollo dell’agricoltura
Il valore aggiunto nei campi precipita del 7,5% sul quarto trimestre 2015: “Effetto deflazione”
La Repubblica
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