Istat, il divario digitale è più geografico che sociale

Rispetto al 2009, la penetrazione dell’Ict è aumentata più rapidamente presso le famiglie operaie, ma è rimasta una prerogativa del Nord rispetto al resto del Paese. Sono i dati, resi noti dall’Istat, emersi nell’indagine “Cittadini e nuove tecnologie“.

Nella classifica Ict dell’Unione europea, l’Italia rimane comunque indietro se messa a confronto con gli altri paesi di pari livello per popolazione ed economia: i dati evidenziano una quota di famiglie che possiede un personal computer pari al 57,6 per cento (54,3 al 2009), mentre la distribuzione dell’accesso ad Internet passa dal 47,3 per cento del 2009 al 52,4 per cento, anche la banda larga fa un passo avanti non indifferente, registrando un incremento dal 34,5 per cento al 43,4 per cento.

Tra il 2009 e il 2010, rimane stabile il divario tecnologico tra il Nord e il Sud del Paese, mentre si riducono le differenze sociali per quasi tutti i beni tecnologici considerati. Ad esempio, la quota di famiglie con capofamiglia dirigente, imprenditore o libero professionista che possiedono l’accesso ad Internet passa dal 78,6 per cento all’84,2 per cento (+7,1 per cento) mentre tra quelle con capofamiglia operaio passa dal 49,4 per cento al 59,4 per cento (+20,2 per cento).

Il nostro Paese si colloca al ventesimo posto sia per quanto riguarda il possesso di Internet da casa, con un tasso di penetrazione tra le famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni del 59 per cento rispetto alla media europea del 70 per cento, sia per l’accesso mediante banda larga, con un tasso di penetrazione del 49 per cento rispetto alla media europea del 61 per cento.

Dalle statistiche emerge inoltre che ben il 27,5 per cento degli utenti Internt naviga per scaricare moduli da siti della PA e il 13,4 per cento per spedire moduli compilati della PA. Il valore passa al 38 per cento se si considera la navigazione alla più generale ricerca di informazioni dalla Pubblica Amministrazione. Esiste però anche un 20,5 per cento degli intervistati, che ha evitato di relazionarsi tramite Internet con la Pubblica Amministrazione per paura del furto di dati personali.

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